La nazionale azzurra metafora del declino

Redazione

La nazionale azzurra metafora del declino

domenica 27 Marzo 2022 - 09:45

Restare delusi per la eliminazione della nazionale italiana, quando il popolo ucraino viene trucidato e la guerra potrebbe arrivare anche nel nostro Paese, non può e non deve essere motivo di amarezza. L’umiliante sconfitta, tuttavia, contro una nazionale per di più modesta ci fa capire ancora una volta che l’illusione svanisce e che solo la competenza, la tecnica e la conoscenza sono pietre angolari di un successo. La vittoria conseguita agli europei di calcio assomiglia al risultato elettorale ottenuto dal M5S nelle elezioni politiche del 2018. Ambedue frutto di circostanze favorevoli e di causalità. Rigori, supplementari e tanta fortuna sono stati i veri protagonisti della vittoria della nazionale azzurra (alcuni mesi dopo siamo stati umiliati dalla tecnica e dalla forza della nazionale spagnola sulla quale -solo per caso- ci eravamo imposti). I risultati successivi hanno poi dimostrato il vero valore del calcio azzurro.
I grillini parimenti hanno manifestato tutta la loro nullità ideologica e politica. L’unica differenza rispetto alla nazionale di calcio è che i pentastellati restano al governo con chiunque, abili a sostituire il vaffa con il più realistico “Francia o Spagna purchè si magna”. Sono stati più fortunati della nazionale italiana di calcio, perchè non sono stati più sottoposti a competizioni che in politica si chiamano elezioni (a causa della pandemia ma soprattutto perchè consapevoli che i cittadini si sono resi conto della loro assoluta nullità).Nazionale italiana di calcio e M5S sono facce di una stessa medaglia ossia del declino morale, sociale e culturale di un popolo. Di questo declino la scuola italiana è la malattia. Un tempo la scuola era fucina di cultura, grazie ad essa si è costruito il cosiddetto “ascensore sociale” e con la cultura si sono sviluppati sacrificio, competitività e le generazioni del boom economico e del benessere sociale.
Oggi alle forze politiche che governano interessa molto di più la parità di genere, il vacuo concetto di inclusione (inesistente senza la competenza), la decrescita felice, i bonus e il reddito di cittadinanza. La competizione è considerata una bestemmia dottrinaria, il sapere saccenza, i valori concetti inutili. Si è fatto strada il concetto di “popolocrazia” attraverso la democrazia diretta. Assurdo sostenere queste teorie quando manca la preparazione che solo studio e impegno possono sviluppare. La scuola non insegna più e gli istituti scolastici, ma purtroppo anche l’Universita sono divenuti dei centri di accoglienza. Non era questa la Scuola concepita dai padri costituenti! La cultura dominante è oggi rappresentata da post ed invettive, mancano analisi e ragionamenti. La classe politica che ci governa (il M5S ancora oggi è il partito di maggioranza relativa in parlamento, benché ormai inesistente nel Paese) è il prodotto del declino della politica causato dalla evaporazione dei partiti, dalla manipolazione della questione morale, dalla scomparsa dell’umanesimo, dal tradimento politico e dalla globalizzazione selvaggia. È il risultato di una enorme bugia e di una illusione, come la vittoria agli Europei di calcio. Ma le bugie hanno le gambe corte.

Pericle

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