Emergenza acqua, ancora disagi per alcuni rioni. PD: “Gestione disastrosa”

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Emergenza acqua, ancora disagi per alcuni rioni. PD: “Gestione disastrosa”

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lunedì 20 Novembre 2023 - 22:10

Non si spengono le polemiche per la gestione dell’interruzione programmata del servizio idrico in città. Venerdì scorso sono stati avviati i lavori di manutenzione della condotta Fiumefreddo, che hanno portato alla temporanea sospensione dell’erogazione d’acqua fino alle successive 48 ore in buona parte di Messina. La riapertura dei rubinetti sarebbe dovuta avvenire entro la mattina di domenica per tutti i rioni della città, anche se, così come segnalato da rappresentanti del territorio, certi rioni sono rimasti senz’acqua anche nella giornata di lunedì. Parliamo di diversi quartieri compresi tra Camaro e Annunziata, Giostra compreso. Un improvviso guasto a una pompa di Montesanto, avvenuto nella sera di domenica, ha trasformato quello che doveva essere un disservizio programmato nell’ennesima emergenza idrica per migliaia di messinesi. I residenti di tali rioni potrebbero rimanere con i rubinetti ancora chiusi almeno fino alla mattina di martedì.

Al riguardo, il coordinamento provinciale del PD contesta, tra le altre cose, da un lato il come è stata gestita l’interruzione del servizio, ritenendo insufficiente il numero di autobotti e rubinetti messi a disposizione della cittadinanza, dall’altro lato la comunicazione del sindaco Federico Basile, definendola fuorviante in quanto avrebbe lasciato intendere ai cittadini che l’erogazione d’acqua, invece di essere ripristinata gradualmente, sarebbe tornata a pieno regime già nella mattinata di sabato.

“Sono apparsi insufficienti i 10 punti di approvvigionamento predisposti. – si legge in una nota – I quattro rubinetti fissi e le sei autobotti sono apparsi evidentemente pochi rispetto al fabbisogno di un territorio vasto e articolato. Sono stati altresì inadeguati i mezzi di approvvigionamento mobili, idonei unicamente a riempire autoclavi a piano di strada e totalmente inadatti a supportare serbatoi ai piani superiori o nelle terrazze. Ci si domanda perché non è stato previsto il ricorso alle autobotti dei privati per mitigare i gravi disagi. Ma è sul fronte della comunicazione e dell’informazione che il piano d’emergenza ha dimostrato tutta la sua fragilità. L’Amministrazione comunale, con il sindaco Federico Basile in testa, ha, infatti, preferito la propaganda che non prendersi cura delle reali condizioni di disagio delle persone. L’effetto spot di comunicare, già sabato mattina, che l’emergenza era finita, facendosi fotografare con il casco presso i cantieri, è stato un boomerang pesantissimo per le cittadine ed i cittadini. Se è vero che grazie all’encomiabile lavoro delle maestranze di AMAM e delle ditte, a cui va il nostro plauso, gli interventi di manutenzione si sono ultimati nei tempi previsti, affermare che la crisi era superata è stato un atto irresponsabile di una comunicazione istituzionale totalmente fuorviante. L’emergenza era, infatti, ancora in pieno svolgimento perché, per ritenerla superata, occorreva il ripristino complessivo della condotta, attraverso la messa in pressione ed il collaudo, e, soprattutto, era necessario attendere i tempi tecnici per il pieno riempimento dei serbatoi in città.

A ciò si aggiunga che le cittadine e i cittadini si sono sentiti abbandonati perché nonostante l’annuncio dell’assessore Minutoli della disponibilità di 30 linee di ricezione delle segnalazioni presso il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), ci sono giunte decine di segnalazioni di persone che hanno provato a mettersi in contatto, ma pur trovando la linea libera, non hanno ricevuto risposta. Anche qui una comunicazione distorta che ha esasperato la cittadinanza, lasciando senza risposta molte segnalazioni e determinando, quindi, interventi parziali e caratterizzati da discrezionalità. Si doti il C.O.C. di un centralino funzionante o comunque di una piattaforma che consenta, come con tutti i numeri di emergenza, la tracciabilità delle richieste di intervento così da garantire – anche attraverso altri canali come whatsapp, mail, pec – la massima trasparenza al servizio. Al contrario, leggiamo oggi dalle notizie di stampa che il C.O.C. è stato chiuso anzitempo; mentre un ulteriore guasto alla condotta avrebbe consigliato che rimanesse ancora aperto. Un’altra questione riguarda i soggetti fragili – anziani, disabili o allettati – rispetto ai quali non è apparso sufficiente il lavoro svolto da Messina Social City, posto che ci sono pervenute segnalazioni di persone vulnerabili che non hanno potuto accedere alle autobotti o ai rubinetti fissi; di queste persone andrebbe fatta una mappatura e programmato un approvvigionamento a mano. Un disastro, dunque, con tante parti della città, specie quelle nella zona nord e a monte, che ancora oggi segnalano ritardi nell’erogazione idrica.

“Nel giorno in cui viene pubblicata la classifica sulla qualità della vita di Italia Oggi, in collaborazione con l’Università “La Sapienza”, e Messina scende ancora più in basso, in terz’ultima posizione, l’esito della gestione dell’emergenza idrica segnala una condizione molto precaria della tenuta del sistema-città a fronte di una solo sbandierata efficienza. È evidente che, siccome sono in programma altri interventi di manutenzione sull’acquedotto nei prossimi mesi, occorrerà un piano di emergenza che faccia tesoro dei troppi errori grossolani di questi giorni e provi a rispondere alle esigenze della cittadinanza, rinunciando alla propaganda e coinvolgendo tutte le istituzioni operanti in città, e anche il volontariato, ed accedendo ad eventuali supporti del privato (a partire dalle autobotti fornite eventualmente di motopompe supplementari, per approvvigionare i serbatoi collocati nei balconi o nelle terrazze). Chiediamo vivamente che per la interruzione idrica già prevista per il prossimo 15 dicembre non si commettano gli stessi errori, e che non si faccia passare ancora come interruzione di un solo giorno, disagi idrici che in questo primo step sono durati 4/5 giorni”.

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