Isola pedonale S. Martino, l’amministrazione non ceda

Redazione

Isola pedonale S. Martino, l’amministrazione non ceda

martedì 07 Febbraio 2023 - 08:50

L’eterno dibattito sulle isole pedonali cittadine ha ripreso vigore in questi giorni, dopo che una nuova associazione di commercianti è piombata a Palazzo Zanca presentando le proprie proposte.

Se da un lato i messinesi dimostrano di apprezzare le aree pedonali, dall’altro ci sono le resistenze dei commercianti che si dicono contrari alla pedonalizzazione delle aree cittadine.

Il caso di viale San Martino lo dimostra. I negozianti non vogliono l’isola pedonale perché, a loro dire, penalizzerebbe il commercio. Impedire alle automobili di percorrere viale San Martino, di fatto, impedisce ai potenziali acquirenti di fermare la propria autovettura proprio di fronte ai negozi.

E’ un problema di mentalità che si scontra con quelle politiche che guardano al futuro e che sono orientate verso una città smart e, se vogliamo, più green. Il dibattito ha ripreso vigore perché come avviene sempre, all’indomani del Natale, i potenziali acquirenti disertano i negozi. Questo avviene da sempre e non è direttamente collegato alla pedonalizzazione di viale San Martino.

L’amministrazione comunale, rispetto alle richieste dei commercianti, non deve assolutamente cedere, anche perché in passato si è seguita la strada del rigore, come dimostra la pedonalizzazione di piazza Cairoli. All’epoca ci sono state resistenze, ma la decisione politica a malincuore è stata accettata dai commercianti della zona.

Palazzo Zanca non può cedere rispetto a quello che richiedono i commercianti di viale San Martino che vorrebbero delle correzioni, magari limitando la pedonalizzazione ai fine settimana, e negli altri giorni si “accontentano” del far-west delle automobili. Come dimostra la foto di copertina, con le automobili posteggiate in divieto di sosta. Questo non deve mai più accadere.

Infine, occorre rilevare che l’interlocuzione fra commercianti e componente politica non può essere delegate a rappresentanti di pseudo associazioni o comitati. L’interlocuzione va fatta con le associazioni datoriali legalmente riconosciute.

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