Schifani vince con il 41% più Iva e Nello straccia Cateno

Redazione

Schifani vince con il 41% più Iva e Nello straccia Cateno

mercoledì 28 Settembre 2022 - 10:17

E’ stato il leit-motiv della campagna elettorale di Cateno De Luca. Durante le sue innumerevoli dirette Social non ha fatto altro che ripetere a pappagallo che avrebbe vinto con il 41% oltre Iva.

Alla resa dei conti, chi ha vinto con una percentuale di salvaguardia della maggioranza in aula è stato il contendente dello “Sciamano del Nisi”, Renato Schifani.

Schifani meglio di Musumeci

Il dato del successo è schiacciante e la dice lunga sulla tenuta dei partiti tradizionali, addirittura rafforzati con la candidatura dell’ex presidente del Senato. La performance di Schifani è stata superiore rispetto a quella di Nello Musumeci, anche se il dato è falsato dalla percentuale di affluenza alle urne a dalla prestazione del M5S.

All’epoca dei fatti c’era Giancarlo Cancelleri, un competitor rivelatosi più forte rispetto a Nuccio Di Paola.

Sondaggi farlocchi

Al di là delle sprovvedute dichiarazioni di Cateno De Luca, i sondaggi prima e gli exit-poll dopo, hanno azzeccato appieno l’esito di una competizione elettorale resa aspra da una impostazione violenta sul piano verbale di Cateno De Luca. Se è vero che a Messina lo “Sciamano” è passato a tappeto per via delle “operazioncine” pre-elettorali, sfruttando il potenziale da guerra di un sindaco e delle Partecipate comunali, dall’altro lato è altrettanto evidente che De Luca non ha sfondato nelle altre province siciliane, soprattutto nella parte occidentale dove il dato è stato quasi disarmante.

Siciliani molto avveduti

La proposta del cambiamento non ha fatto breccia nel cuore dei siciliani perchè Cateno De Luca ha una storia politica fatta di continui cambi di casacche. Questo i siciliani lo sapevano ed hanno preferito dare fiducia a una personalità di spessore, come Renato Schifani. E poi la Sicilia da sempre, tranne il caso-Crocetta, hanno sempre preferito il centro-destra alla sinistra e agli avventurieri.

Musumeci gliele ha date di “cozzu e di cuddaru”

Quanto sia stato politicamente gradasso Cateno De Luca lo si è visto dal guanto di sfida che ha inteso lanciare a Nello Musumeci nella sua Catania. Lo “Sciamano” pensava (sbagliando) di poter infliggere all’ex governatore una severa lezione politica nella sfida distanza nel collegio uninominale al Senato. Alla fine, com’era prevedibile, Musumeci lo ha umiliato prendendo quasi il triplo dei voti. De Luca è rimasto invece con il cerino in mano, fuori dal Senato, dove invece ci è andata la sua delfina (chissà per quanto tempo ancora), Dafne Musolino. E per De Luca è stata un’occasione persa perchè a Roma avrebbe avuto una maggiore visibilità mediatica con il suo fare allegorico e buffo (sempre politicamente parlando).

Il flop delle liste Di De Luca

Durante le sue dirette in mondovisione Social, non faceva che ripetere che avrebbe preso oltre venti consiglieri all’Ars. Alla fine della fiera ne prenderà solo 6 più il suo seggio perchè miglior perdente. Un bilancio negativo al cospetto delle percentuali totalizzate dalla sua coalizione che gli avrebbe consentito di ottenere più seggi se avesse presentato meno liste. Il grave errore di grammatica politica è stato proprio quello di aver voluto riproporre il modello-Messina con la presentazione di un numero impressionante di liste col solo fine di segmentare il voto. Sul piano comunale la strategia ha funzionato, su quello regionale è stato un boomerang. Che senso ha avuto candidate autentici disperati/e che alla fine hanno totalizzato una manciata di voti? Il risultato è stato quello di favorire gli altri partiti.

E sabato si mangia a Fiumedinisi

Cateno De Luca è uno che non sa accettare le sconfitte e per esorcizzarle organizza una festa nella sua roccaforte Fiumedinisi. Il comizio è preceduto da una messa, si chiuderà con un’abbuffata di prodotti tipici locali. Un modo per ringraziare gli elettori che potranno così riempirsi la pancia…

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