Partecipate, con De Luca da bancomat a stipendifici?

Redazione

Partecipate, con De Luca da bancomat a stipendifici?

mercoledì 08 Agosto 2018 - 00:01

La fregola di nominare i componenti dei Cda delle Partecipate comunali ha indotto, con molta probabilità, il sindaco a sbagliare.

E’ di ieri la clamorosa notizia della revoca dei consiglieri di amministrazione dell’Ente Teatro: Cateno De Luca ha annunciato sul suo profilo Social l’intenzione di voler revocare le nomine, collegando la marcia indietro alla presentazione di un non meglio specificato Piano industriale da parte della Regione per il rilancio del Teatro di Messina.

In realtà, le nomine non hanno tenuto conto delle disposizioni regionali. Cosa che ha fatto notare il solerte consigliere comunale Alessandro Russo, il quale nei giorni scorsi ha presentato una interrogazione paventando l’ipotesi di una presunta illegittimità delle nomine operate dal sindaco Cateno De Luca.

Il presidente indicato, Enzo Caruso, sempre vicino alle posizioni di D’Alia e Ardizzone, dovrà farsene una ragione. A proposito, si vocifera di un accordo politico sottoscritto dal neo sindaco con la componente D’Alia, oggi, però, caduta in disgrazia.

Non si spiegherebbe la permanenza a Messina del “Balotelli” Nino Le Donne, ancorato alla poltrona di segretario generale del Comune. Incarico conferito a suo tempo da Accorinti su indicazione di Gianpiero D’Alia. Così dicevano i rumors del Palazzo.

Capitolo Amam

Cateno De Luca ha piazzato i suoi aficionados, come Salvo Puccio, Roberto Cerreti (ex lombardiano e crocettiano), e Roberto Cicala, già consulente informatico della Fenapi. In questo caso, sarebbe tutto da rifare.

Anche se in maniera soft, la componente pentastellata in Consiglio comunale, ha evidenziato presunte violazioni dello Statuto.

L’articolo 16 dello Statuto Amam disciplina la nomina dei componenti del Consiglio d’amministrazione in maniera inequivocabile. Trattandosi di una società fino a poco tempo addietro “gestita” da un amministratore unico, l’assemblea dei soci avrebbe dovuto motivare la sua scelta e soprattutto deliberarne l’aumento dei consiglieri d’amministrazione.

Cosa che non risulta. Il sindaco avrebbe dovuto specificare che, l’esigenza di costituire un Cda (con aggravio dei costi e quindi con evidenti sprechi di denaro pubblico), doveva essere ricondotta all’elevata professionalità ed autonomia stabiliti per legge.

I Consiglieri d’amministrazione hanno queste caratteristiche? Ci riserviamo di leggere in maniera dettagliata i rispettivi curricula, non appena saranno resi di dominio pubblico. Particolare da non trascurare: i requisiti sono richiesti dallo stesso Statuto. Se non sono stati rispettati tali presupposti, si profila una violazione.

Capitolo Messinaservizi Bene comune

L’altra partecipata del Comune, com’è noto, aveva un amministratore unico, mentre con il “risparmiatoreDe Luca si è dotata di un Cda. Se da un lato siamo d’accordo con il sindaco nell’affermare che le Partecipate non devono essere un bancomat (parole sue il giorno degli arresti per l’operazione “Terzo Livello”), dall’altro non vorremmo che il sindaco le considerasse uno stipendificio.

Giacché alla guida della Messinaservizi è stato piazzato un altro ex Fenapi, quel Giuseppe Lombardo del quale non c’è nulla da dire per la compiutezza del suo curriculum, ma che è “marchiato” dalle precedenti collaborazioni con la Fenapi, che ne limitano il principio dell’indipendenza sancito dalla legge e dallo Statuto.

Lorenzo Grasso, ex sindaco di Alì Terme, e Mariagrazia Interdonato, ex addetta alle vendite o commessa di una società di telecomunicazioni, completano il Cda. In questo caso lo Statuto non lascia spazio ad altre interpretazioni così come recita l’articolo 17: “L’assemblea prima di procedere alla nomina determina il numero dei componenti il Consiglio d’amministrazione nel rispetto dei limiti di legge all’epoca vigenti”.

Il sindaco ha convocato l’assemblea della Messinaservizi Bene Comune? Sembrerebbe proprio di no.

Vogliamo discutere della competenza e della indipendenza? La Interdonato com’è noto non possiede nemmeno il diploma di laurea, mentre è stata candidata con la lista “De Luca sindaco”. Principi della competenza e dell’indipendenza, quindi, ampiamente violati.

Capitolo Atm

Per l’Azienda dei trasporti sono sovrapponibili gli stessi requisiti richiesti delle altre Partecipate. Competenza ed indipendenza? Il presidente del Cda, Giuseppe Campagna, è stato dirigente della Fenapi; gli altri componenti sono Roberto Aquila e Francesco Gallo (ex consulente di Turi Leonardi ed ex genovesiano), dei quali non risulta abbiano competenze specifiche né pregresse esperienze in società pubbliche di trasporti. Viva la “rivoluzione” di De Luca.

Per completare il quadro, l’errore di grammatica commesso dal sindaco nel deliberare le nomine con atto di Giunta.  Sbaglio al quale è stato posto rimedio con l’emanazione di un decreto sindacale. Ma queste cose la gente comune non le può capire…

 

Davide Gambale