Natale Saponara si dimette dal Consiglio, "lascia la prima fila ma resta in trincea" per aiutare i giovani

Redazione

Natale Saponara si dimette dal Consiglio, "lascia la prima fila ma resta in trincea" per aiutare i giovani

sabato 17 Marzo 2018 - 11:22

In un’epoca caratterizzata da promesse disattese e da impegni sottoscritti con inchiostro simpatico, c’è ancora qualcuno che crede ancora alla parola data.

A Saponara, ameno paese della zona tirrenica della Provincia di Messina, un Uomo il cui cognome si identifica con lo stesso paese di nascita e residenza vuole mantenere l’impegno preso in campagna elettorale: “dimettersi da consigliere comunale per permettere ai più giovani candidati non eletti di maturare una esperienza amministrativa”. L’ “atipico” personaggio autore di questa azione inconsueta, miracolistica e anacronistica si chiama Natale Saponara.

Da quarant’anni ha rappresentato i cittadini di Saponara in Consiglio Comunale ricoprendo incarichi anche in giunta. In qualunque competizione elettorale è risultato sempre il primo degli eletti. Ha attraversato i marosi della  prima e seconda Repubblica animato solo da entusiasmo e spirito di servizio nei confronti dei suoi concittadini. Conciliante e generoso ha impresso alla sua azione politica solo i caratteri della disponibilità e della tolleranza. L’impegno civico e umano  di Natale Saponara è conosciuto da quanti nel corso di questi lunghissimi anni di proscenio hanno avuto modo di conoscerlo.

Le dimissioni dal Consiglio Comunale, che a breve Saponara presenterà mantenendo fede ad una promessa, non devono essere interpretate  come un abbandono dell’agone politico bensì come un gesto di alto valore morale: mantengo il mio impegno! La politica è passione, disponibilità e altruismo…..almeno così dovrebbe essere – Saponara ha voluto lanciare questo messaggio-. Difficile da comprendersi per coloro che anche senza voti e consenso aspirano a fare i Sindaci e i parlamentari. Ma questa è un’altra storia causa del disincanto e del disprezzo che i cittadini manifestano nei confronti di questi politici nominati o consacrati per censo e per eredità.