Il sindacato Nursind lancia l’allarme sulle condizioni di lavoro al Policlinico “Gaetano Martino” di Messina, parlando apertamente di “stress cronico”, “carenze gravi” e “rischio paralisi” per la struttura ospedaliera universitaria.
Il nodo principale resta la cronica carenza di personale: secondo quanto denunciato, mancherebbero almeno 60 infermieri e 60 operatori sociosanitari a causa di pensionamenti, aspettative, decessi e mobilità senza un adeguato ricambio.
La situazione sarebbe ormai insostenibile secondo il Nursind. Si continua a sopperire alle carenze con straordinari forzati e “ordini di servizio su chiamata”, «una modalità operativa priva di fondamento contrattuale che impone al personale sanitario di prestare servizio simultaneamente in due unità operative o addirittura in un intero dipartimento».
I dipendenti, secondo la denuncia di Nursind, sono costretti a coprire più reparti senza un’adeguata pianificazione né una retribuzione coerente. Tutto ciò incide profondamente sul benessere psico-fisico del personale e, di conseguenza, sulla qualità dell’assistenza ai pazienti.
«Il personale infermieristico assunto in sostituzione – spiegano il segretario provinciale Nursind, Ivan Alonge e il segretario aziendale, Massimo Latella – viene destinato in reparti di nuova istituzione, come la Riabilitazione cardiologica, dove saranno assegnate nuove unità in sostituzione di infermieri che, per vari motivi, non sono più in servizio in altre unità operative, di conseguenza, non verrà coperto il posto vacante, creando sempre nuove criticità».
Tutto ciò sarebbe «il contrario di quello che afferma in un comunicato il management aziendale. Infatti, mentre l’azienda continua a parlare di grande attenzione al benessere dei lavoratori, la realtà è un’altra e i dipendenti spesso non denunciano per timore di ritorsioni, omertà o altre motivazioni» spiegano dalla sigla che rappresenta infermieri e operatori sanitari.
Il sindacato lamenta inoltre la mancata attuazione di misure basilari come buoni pasto per i turni pomeridiani, una banca delle ore mai resa operativa, un contratto integrativo fermo da 17 anni e l’assenza di progressioni economiche. L’attuale contratto è definito «uno strumento obsoleto, che stenta per inerzia istituzionale ad essere sostituito da uno nuovo più allineato alle necessità attuali dei lavoratori del comparto. Da menzionare anche l’ex Peo, la cosiddetta fascia che non viene concessa da 7 anni».
A peggiorare la situazione, anche la difficoltà nell’accesso ai parcheggi, che costringe molti dipendenti a lasciare l’auto lontano dal posto di lavoro, aumentando disagi e stress.
Le criticità riguarderebbero diverse unità operative strategiche come Rianimazione, Pronto soccorso generale e pediatrico, Neurochirurgia, Terapia intensiva neonatale e pediatrica. Significative difficoltà anche nei reparti di Medicina, Ostetricia, Epatologia, Malattie infettive, Stroke Unit, Neurologia, Pneumologia, Chirurgia toracica e vascolare, Ematologia e Oncologia medica.
Per raccogliere segnalazioni e testimonianze dirette, il sindacato ha lanciato un questionario anonimo tra i lavoratori. Se la situazione non migliora si dicono pronti ad avviare nuove forme di mobilitazione, fino allo sciopero.