Politica e morale. Di Pericle

Redazione

Politica e morale. Di Pericle

domenica 21 Aprile 2024 - 00:36

L’astensionismo crescente è causato da una politica rappresentata da attori privi di curriculum cinematografico e/o teatrale. Ci fu un tempo in cui la classe dirigente, i cosiddetti rappresentanti del popolo, venivano preparati e valutati dai partiti, i quali agivano da scuola. Esisteva una meritocrazia sostenuta da una gavetta dura e ieratica, propedeutica per potere ambire a incarichi più rappresentativi. L’evaporazione dei partiti ha prodotto una classe di nani e ballerini che ha  mortificato il palcoscenico parlamentare.

La politica è “arte dello Stato” non è una sagra alimentare. Dal legislatore dipende la visione e la progettazione del futuro e la risoluzione dei problemi immediati. Serve competenza, attitudine e duro lavoro per potere amministrare e legiferare, purtroppo la classe politica che ci rappresenta, tranne una modesta percentuale, manca di questi requisiti descritti da Plutarco, Machiavelli e Weber. Ne deriva che il cittadino si allontana, si disinteressa e diviene apatico.

Tangentopoli ha distrutto i partiti di massa (stranamente ha risparmiato il PCI) determinando una tabula rasa infertile su cui si è affermata la supremazia della magistratura. Il sostantivo giustizia ha al suo interno l’aggettivo giusto, che ha conferito alla magistratura una funzione trascendentale e religiosa. In realtà la magistratura non ha nè il compito di legiferare, nè di fare politica solo di fare applicare le leggi. Non esiste tuttavia ambito sociale, culturale e legislativo in cui il potere giudiziario non interviene come un sindacato nella contrattazione salariale. La politica vera non sarebbe succube della magistratura, dovrebbe gridare il diritto di esserne indipendente, legiferare in maniera autonoma con scienza e coscienza senza subirne i ricatti.

Per realizzare questo basilare concetto è necessario intervenire sulla legge elettorale e riconsegnare all’elettore il diritto di scegliere il proprio rappresentante, il quale sarà giudicato dagli elettori non dal capo partito. Incombono le elezioni Europee, la disaffezione nei confronti della politica è crescente, anche per gli scandali che hanno interessato la Puglia, il Piemonte e la Sicilia. Commentatori e giornalisti dovrebbero spiegare la diversità profonda che esiste fra Politica e Morale invece di soffiare sul fuoco e stimolare gli istinti primordiali degli sparuti elettori.Basterebbe ricordare e riflettere su quanto ha scritto A.Malraux: “On nefait pas de politiche avec la morale, mais on n’en Fait pas davantage sans”.

Pericle

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