Croce, i “giustizialisti” banchettano su FB

Redazione

Croce, i “giustizialisti” banchettano su FB

venerdì 15 Marzo 2024 - 17:33

Banchettano i “cannibali giustizialisti” dopo la notizia dell’arresto di Maurizio Croce: si stanno nutrendo delle sue membra, sghignazzanti su FB, dove ad ogni boccone rilasciano una “perla di saggezza”.

Un post tira l’altro: fanno festa, arringano la piazza virtuale, perché Croce è indubbiamente colpevole.

C’è da rabbrividire: non ci sono altre parole per definire la deriva giustizialista verso la quale ci stiamo dirigendo. Qui non sono hater o semplici fake, si tratta di persone orientate a sinistra o, peggio ancora, personaggi che fanno parte di compagini politiche. Alcuni raggianti spettatori interessati, in attesa si liberi uno scranno nel palazzo (vedi Alessandro Russo). L’ex consigliere comunale avrebbe dovuto seguire la via del silenzio invece di farsi intervistare dopo poche ore dall’arresto.  

Il nostro ordinamento contempla tre gradi di giudizio, ma in realtà sono quattro. C’è anche il Tribunale di FB che ha già condannato Maurizio Croce, colpevole, quanto meno, sotto il profilo morale. Poi importa poco il decorso della giustizia. Magari sarà anche assolto dopo i canonici tre gradi, l’importante è che oggi Croce – scusate la metafora – venga immolato sull’altare, non per il bene della Patria ma per il gusto dei “cannibali sanguinari”.

E’ semplicemente orrendo cosa si legge su FB in queste ore a proposito di Maurizio Croce e delle altre persone coinvolte nell’inchiesta della magistratura messinese. Tutto disumano ed anche irrispettoso nei confronti della stessa magistratura.

C’è da fare un’attenta riflessione sociologica perché si metta fine a questa Social-barbarie. FB non può essere un’estensione dell’essere umano, attraverso cui mettere sulla piazza tutto quello che ci passa per la mente: sentimenti o frustrazioni. I Social vanno utilizzati in maniera responsabile.

Questa non vuole essere una difesa d’ufficio nei confronti di Maurizio Croce, ma solo una breve riflessione, con la speranza che induca a ragionare quanti oggi stanno pazzamente festeggiando.

Peccato che il caso-Tortora non abbia insegnato nulla a questa frangia malata della nostra società.

Davide Gambale

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