Acr Messina: Mannino offre 3 milioni, Sciotto rifiuta

Michele Bruno

Acr Messina: Mannino offre 3 milioni, Sciotto rifiuta

martedì 30 Maggio 2023 - 14:58

Come riportato da diverse testate giornalistiche, Fabrizio Mannino offre circa 3 milioni per l’acquisto dell’Acr Messina, ma il Presidente Pietro Sciotto per ora rifiuta la proposta. Per adesso il Presidente del Messina ritiene non congrua e non abbastanza l’offerta, ma apre ad una trattativa: “Il valore attribuito alla società non è conforme alla mia valutazione – si legge nella lettera inviata da Sciotto al Sindaco e a all’imprenditore di origine palermitana – ma si confida che una trattativa seria porterà certamente a risultati ottimali per entrambi le parti”. 

Mannino offre per l’Acr Messina, come riportato nella pec inviata al Sindaco, nello specifico, 2 milioni per il valore d’acquisto della società e un milione per contribuire a pagare tutte le spese relative all’iscrizione e agli stipendi dei calciatori per il mese di Giugno.

Sciotto ritiene che si possa però trattare, ma avverte che da ora in poi è necessario un patto di riservatezza sulla trattativa. Spiega poi, nella risposta a Mannino e al Sindaco, che gli stadi vanno messi fuori dalla trattativa con la società, perché la questione non è di competenza dell’Acr Messina, che non ne ha la proprietà.

Mannino ha chiesto infatti di avere la facoltà di condividere con il Comune e le sue partecipate la scelta della società di gestione, della manutenzione e dei servizi dei tre impianti, e si è reso disponibile a partecipare a una società di scopo mista composta da pubblico e privato per la realizzazione di qualsiasi opera legata alla gestione e/o al recupero strutturale degli impianti (S.Filippo, Celeste e Palarescifina).

Riguardo alla due diligence richiesta dall’imprenditore con interessi a Dubai, Sciotto ritiene di non poter soddisfare la richiesta adesso, ma solo dopo che sarà accettata l’offerta, Infatti Mannino aveva chiesto di avere informazioni sulla situazione delle finanze del club biancoscudato, ma non ha ottenuto i documenti richiesti.

Il prezzo infatti, per Mannino, è da valutare attraverso la due diligence accertando l’ammontare dei debiti che dovrebbero essere detratti dalla somma dei due milioni. Dopo il passaggio delle quote, tutte le entrate e uscite sarebbero a carico della parte acquirente, fatta salva comunque la responsabilità diretta della parte ceditrice per quei debiti e per quelle situazioni non rese note dal cedente, né conosciute né conoscibili da parte acquirente, con la conseguenza che, se detti debiti non verranno saldati immediatamente o comunque entro 10 giorni dalla loro comunicazione alla parte venditrice, anche questi debiti non dichiarati e comunque non conosciuti “verranno ulteriormente detratti dal prezzo di cessione con riserva di ogni danno”.

Michele Bruno.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta