Democrazia partecipata: Messina dovrà restituire i soldi indietro

Redazione

Democrazia partecipata: Messina dovrà restituire i soldi indietro

giovedì 03 Novembre 2022 - 10:19

Non si tratta di una cifra stratosferica (circa 13mila euro), ma si tratta di un’onta che il Comune di Messina subisce da parte della Regione che rivuole indietro i soldi non spesi per garantire la cosiddetta “democrazia partecipata”.

Palazzo Zanca non ha impiegato quesi soldi per garantire quello che viene definito un nuovo “diritto”, un diritto di quarta generazione. Ovviamente la responsabilità non ricade sul sindaco Federico Basile, eletto lo scorso giugno, ma sul groppone di chi c’era prima. Ovvero Cateno De Luca e gli stessi assessori che compongono la giunta-Basile.

«Con questo aggiornamento il quadro generale non cambia, la media siciliana per il 2019 resta di 1 euro restituito ogni 3 disponibili», commentano i ricercatori di “Spendiamoli Insieme”, il progetto di monitoraggio civico della no profit Parliament Watch Italia. «Inoltre, a questo aspetto molto negativo, nell’ottica del monitoraggio del funzionamento della legge si aggiunge purtroppo il fatto grave che i dati sulla spesa del 2019 siano definitivi soltanto adesso, a fine 2022. È davvero troppo tardi!».

E sempre a proposito di informazioni, mancate, ritardate, difficili da reperire oppure chiare e tempestive, i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” hanno puntato l’attenzione su un passo della normativa sulla democrazia partecipata secondo il quale tutte le fasi del procedimento devono essere adeguatamente pubblicizzate sul sito istituzionale del Comune. Il risultato dell’indagine sui siti web dei 391 Enti Locali è che ad avere una sezione informativa ad hoc in home page sono in tutto 56 Comuni, poco più del 14% del totale.

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