Cateno De Luca, eletto consigliere comunale lo scorso 12 giugno, di fatto quello scranno di presidente del Consiglio comunale non l’ha mai occupato. A svolgere le funzioni il “fedelissimo” Nello Pergolizzi, il quale ha presieduto di fatto tutte le sedute di Consiglio comunale, tenuto conto che l’ex sindaco è risultato assente al 100%. Unica partecipazione quella in cui si è tenuta l’elezione del presidente risultano eletto (compreso il suo voto).

Adesso Cateno De Luca, come annunciato a suo tempo, lascerà l’incarico e la guerra per la successione della poltrona s’è aperta. Il posto è molto ambito, dal momento che con gli incrementi decisi dal governo nazionale, il presidente del Consiglio comunale si vedrà aumentata progressivamente la sua indennità fino a sfiorare a pieno regime i 10mila euro.

Non c’è di mezzo solo il prestigio, ma anche una robusta paga che ha fatto ingolosire molti palati. In aula sull’argomento regna assoluto riserbo, ma i rumors danno per certa la conferma di Pergolizzi a vice presidente vicario e la nomina di uno degli scontenti delle regionali, ovvero Alessandro De Leo. De Luca si trova alle prese con una brutta gatta da pelare, perché da un lato non vorrebbe scontentate Pergolizzi che, dalla sua, ha delle legittime aspettative, anche perchè pare che l’impegno fosse quello di sedersi su quella poltrona non appena l’ex sindaco si sarebbe dimesso.

Tuttavia, l’esito delle Regionali che hanno visto De Luca subire una sonora sconfitta, ha allargato la pletora delle “bocche da sfamare” (politicamente parlando, s’intende), e allora non trovano collocazione in Giunta ecco spuntare l’ipotesi di un piazzamento di De Leo alla presidenza del Consiglio. Carica che ricoprirebbe volentieri.

Intanto, in aula si registrano i primi lamenti dei consiglieri di maggioranza un po’ delusi dall’esito elettorale e soprattutto non più in linea con i diktat di Cateno De Luca. E allora, pare, siano scoppiate delle faide riconducibili all’elezione del nuovo presidente del Consiglio comunale. Da questa mossa, potrebbe discendere la tenuta della maggioranza che non sarebbe più granitica come all’indomani dell’elezione di Federici Basile.