Le “consulenze d’oro” di Cateno (100mila euro al mese)

Redazione

Le “consulenze d’oro” di Cateno (100mila euro al mese)

sabato 14 Maggio 2022 - 17:21

Può in sindaco in carica prestare consulenze ad un Patronato per svariati milioni di euro? La risposta è decisamente sì.

Come faccia a conciliare il lavoro di consulente ricoprendo la carica di primo cittadino, trascorrendo almeno due ore al giorno per dirette Fb, frequentare il Conservatorio di Musica, tenere comizi, effettuare tour canori, lo deve spiegare solo il diretto interessato.

Cateno De Luca durante uno dei suoi show…

Ovvero, Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, direttore generale in aspettativa della FENAPI, e “paperon dei paperoni” dei sindaci italiani (così lo scorso febbraio era stato battezzato dalla stampa nazionale). La notizia non è nuova, ma alcuni meccanismi vanno spiegati in maniera dettagliata, perché di De Luca e del “suo” Patronato, pare si stiano occupando i vertici del Ministero del Lavoro, dove sarebbe giunto nei mesi scorsi un corposo fascicolo proprio sulle “consulenze d’oro” di Cateno De Luca.

Per dovere d’informazione, si attende l’esito del pronunciamento della Corte di Cassazione, alla quale ha presentato ricorso la FENAPI dopo la sentenza della Tributaria regionale che avrebbe riscontrato qualcosa di poco chiaro.

Andiamo ai redditi di un lavoratore indefesso, uno che viaggia alla media di 100mila euro al mese. Sì avete letto bene. I numeri sono contenuti nella sezione “Amministrazione Trasparente” di Palazzo Zanca, dove per legge chi ricopre cariche pubbliche deve fornire per la pubblicazione la propria dichiarazione dei redditi e indicare lo stato patrimoniale.

Il mito del Cateno De Luca che si vanta di avere solo una “Oper Corsa” vecchio tipo, si sgretola al cospetto di numeri che fanno arrossire pure i top-manager dell’alta finanza.

Redditi 2018

I redditi dichiarati da De Luca nel 2018

Cateno De Luca viene eletto a giugno 2018 e la dichiarazione dei redditi si riferisce all’anno precedente, riguarda quindi i redditi dichiarati quando ancora non era sindaco. L’ex primo cittadino dichiara la bellezza di 1,267 mln di euro (oltre gli spiccioli).

Reddito derivante dalle sue consulenze prestate alla FENAPI (patronato che maneggia soldi pubblici), attraverso la Società Dioniso Srl (di proprietà al 100% di Cateno De Luca). Ovviamente i redditi ricomprendono anche i compensi di deputato regionale, eletto a novembre 2017.

Redditi 2019

I redditi dichiarati da De Luca nel 2019

La carica di primo cittadino, con molta probabilità, ruba a De Luca molto tempo e allora il suo dichiarato scende di oltre 200mila euro (redditi 2018). La cifra dichiarata si attesta a 1,053 mln di euro. Poco male per uno che si è seduto sulla poltrona di sindaco di una città sull’orlo del default. Il dichiarato ovviamente include le poche decine di migliaia di euro delle indennità di sindaco.

Redditi 2020

I redditi dichiarati da De Luca nel 2020

Praticamente una miseria rispetto al 2018. Cateno De Luca dichiara appena 944mila euro. Sempre per le consulenze prestate alla FENAPI. I redditi di riferiscono al 2019. Una somma comunque considerevole per uno che fa il sindaco, studia, lavora la terra, accudisce i suoi genitori e porta a spasso i suoi gatti.

In cosa consistono le consulenze?

La domanda se la pongono in molti e la giriamo al diretto interessato, perché siamo curiosi di sapere in cosa consistono queste consulenze, tenuto conto che De Luca non è un commercialista, non fa l’avvocato e non è iscritto ad alcun Ordine professionale. Esiste traccia di queste consulenze? Può dimostrare in cosa sono consistite?

Capitolo contribuiti previdenziali pagati da Palazzo Zanca

E’ senza dubbio la nota più spinosa e per questo motivo l’abbiamo lasciata per ultima. Palazzo Zanca ha corrisposto all’INPS annualmente una somma corposa di contributi previdenziali per conto del Patronato INAPI con sede a Roma.

Tale Patronato fa parte della galassia FENAPI, quindi riconducibili a Cateno De Luca e ai suoi fedelissimi (a proposito complimenti a Dafne Musolino, fresca di nomina nel consiglio nazionale).

Cateno De Luca appena diventato sindaco si colloca in aspettativa dal Patronato INAPI perché lo prevede la legge, altrimenti avrebbe subito la decurtazione dell’indennità e il suo datore di lavoro avrebbe dovuto versare i contributi previdenziali (in quota parte).

Lo “Sciamano del Nisi” sceglie la strada più conveniente per lui e per il suo datore di lavoro (tanto pagano i cittadini), si mette in aspettativa e lascia al Comune l’onere di pagargli i contributi. Palazzo Zanca ha sborsato ad oggi quasi 100mila euro. Tutto in regola sia chiaro. Però…

Già c’è un però al quale qualche illustre giurista dovrebbe dare una risposta. Da un lato De Luca sceglie l’aspettativa non pagata e quindi il Comune gli deve pagare l’indennità piena e i contributi, dall’altro lo stesso De Luca riceve dal suo datore di lavoro, o comunque società collegate, milioni di euro per consulenze. E i cittadini pagano….

Nessuna congettura, ma sarebbe il caso che l’interessato spiegasse ai cittadini come si fa a guadagnare così tanti soldini….

Davide Gambale

3 commenti

  1. Complimenti direttore, peccato sia unico e solo a fare opposizione….

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  2. Mi risulta che per l’aspettativa non retribuita per cariche elettive non vanno pagati ne gli emolumenti, nè tanto meno vanno versati i contributi, ma si ha diritto esclusivamente alla conservazione del posto di lavoro.
    Come la mettiamo???????????????????

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  3. Mi risulta che per l’aspettativa non retribuita per cariche elettive non vanno pagati ne gli emolumenti, nè tanto meno vanno versati i contributi, ma si ha diritto esclusivamente alla conservazione del posto di lavoro.
    Come la mettiamo???????????????????

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