Il nervosismo di Cateno…

Redazione

Il nervosismo di Cateno…

mercoledì 09 Marzo 2022 - 08:19

Ormai è fuori di testa. Lo dimostra il tono delle sue dirette Fb, complice probabilmente il Covid (dice lo abbia contratto). Cateno è un leone in gabbia, i suoi occhi sono lo specchio della sua anima, che non è più tanto serena. La preoccupazione ha preso il sopravvento sulla sicumera dell’ex sindaco, il quale adesso cerca la rissa ad ogni piè sospinto.

La sua campagna elettorale è improntata solo ed esclusivamente sulla distruzione dell’avversario di turno, diffamandolo: non riesce più ad argomentare alcunché, probabilmente, perché ha esaurito gli argomenti da proporre all’elettorato. Del resto, dopo il tram volante e il casinò a Palazzo Zanca proposti nella campagna elettorale del 2018, è complicato somministrare qualcosa di nuovo ad elettori che l’hanno “pesato” in quasi quattro anni di tristezza amministrativa.

Dal 14 febbraio scorso, del resto, in città si respira un’altra aria: c’è un clima diverso, è tornata ad esempio la serenità a Palazzo Zanca, dove gli stessi dipendenti fanno le “macumbe” affinché non ritorni il “clan-De Luca” (politicamente parlando).

Gli uomini che hanno assecondato il “fare burbero” dell’ex sindaco sono precipitati nell’oblio: uno di questi è il commissario Giovanni Giardina, il “braccio armato” di Cateno De Luca e Dafne Musolino. Giusto per citarne uno. L’avvento del commissario, Leonardo Santoro, è servito per disvelare le menzogne su un piano di riequilibrio predisposto in fretta e furia, dopo la bocciatura sonora della Corte dei conti, dalla coppia Pre (Cateno De Luca), e Dissesto (Federico Basile).

L’ex sindaco a chi si permette di parlare di bilanci lancia guanti di sfida, mentre i suoi “aficionados” non esitano a definire “zoccole” le giornaliste che si permettono di fare domande cretine. Il clima zozzone risiede sull’ultimo presidio di combattimento, ovvero Fb, allestito dall’armata di Cateno De Luca. Un luogo in cui albergano la maleducazione e le minacce, mentre la “pattuglia” di Cateno De Luca arruola “mercenari” della politica, gente che cambia idee e partiti politici, nella speranza di riavere uno scranno a Palazzo Zanca. Quelle non sono persone da “sotto i capelli niente“, piuttosto che “asini volanti” o “percettori del gettone di presenza“. Sono semplici persone che vogliono difendere Messina dal “nemico giurato“, che poi è lo stesso che gli ha dato dignità politica e un “posticino” da consigliere comunale.

De Luca è nervoso, sente che il terreno sotto i piedi gli sta franando, e allora attacca lancia in resta chiunque, lo fa con lo stile rude di un personaggio che ha fatto la storia (orrenda), sull’etere cittadino. Il metodo è lo stesso, non c’è altro da aggiungere. Con la differenza che questa volta Cateno De Luca e suoi, non possono contare sull’effetto sorpresa. L’elettore messinese sa chi sono e difficilmente sbaglia due volte.

Insomma, la parabola discende di Cateno De Luca è iniziata e c’è il rischio che il suo possa essere una schianto fragoroso. Ecco spiegato il suo nervosismo.

Davide Gambale

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