Tributi, commercianti sul piede di guerra. “Così chiudiamo”

Redazione

Tributi, commercianti sul piede di guerra. “Così chiudiamo”

venerdì 22 Ottobre 2021 - 09:42

Il nuovo regolamento di regolarità contributiva che ha innalzato il limite a mille euro, contro i cento proposti dall’amministrazione comunale, sta generando malumore fra i negozianti messinesi. C’è già chi lamenta l’impossibilità di proseguire la propria attività e minaccia di consegnare le licenze al sindaco Cateno De Luca.

Bar, ristoranti e negozi in genere sono sul piede di guerra dal momento che il limite imposto non li metterà in condizione di andare avanti. “Chi non ha un debito di mille euro col Comune?” E’ l’amaro commento di uno dei commercianti cittadini.

La tenuta economica della città sarà messa a dura prova dall’esigenza di Palazzo Zanca di rastrellare denaro per fare cassa, recuperando i crediti vantati con la “minaccia” di sospendere la licenza. In buona sostanza, se un commerciante ha oltre mille euro di debiti con il Comune, ha due strade da seguire: o paga o gli viene sospesa licenza.

Tenuto conto che la città di Messina, già con un’economia debolissima, proviene da una crisi economica e da una crisi sanitaria c’è da scommettere che in molti abbasseranno le saracinesche. E per una città che si regge sul Terziario sarà una catastrofe. Alle viste chiusure e licenziamenti. La strada seguita da Palazzo Zanca è quella dello “Stato di polizia”.

In realtà, prima di giungere a tale regolamento sarebbe stato il caso di avviare una sorta di “pacificazione tributaria”, mettere i negozianti nelle condizioni di poter pagare mediante piani di rientro, mettere un punto al pregresso e partire con un nuovo regolamento. Cosa che non si è fatta. Palazzo Zanca vuole i soldi tutti e subito, con la minaccia di sospendere la licenza. Il tentativo del Consiglio comunale di alzare l’asticella da 100 a mille euro non si rivelerà risolutorio.

Ovviamente la misura colpirà anche i mercati cittadini, dove serpeggia malumore nei confronti del sindaco Cateno De Luca.

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