Archeoclub presenta i gioielli archeologici. Domani il solstizio

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Archeoclub presenta i gioielli archeologici. Domani il solstizio

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domenica 20 Giugno 2021 - 18:31

Anche i siti archeologici dell’Area Ionica peloritana sono stati coinvolti nelle Giornate europee dell’Archeologica, un evento gestito dalla francese Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives) che ha l’obiettivo di valorizzare i siti archeologici europei.

La rete di Archeoclub nazionale si è attivata per riscoprire i tanti siti archeologici italiani ( https://journees-archeologie.fr/c-2021/lg-it/Italia/le-giornate-dell- archeologia-in-Europa ) e anche la sede Area Ionica ha concentrato l’attenzione sulle sue due principali attrazioni di epoca romana: l’acquedotto del Chiodaro ( https://journees-archeologie.fr/c-2021/lg- it/Italia/fiche-initiative/11378/Acquedotto-Romano-di-Mongiuffi-Melia ) ed il sito di Scifì ( https://journees-archeologie.fr/c-2021/lg-it/Italia/fiche- initiative/11814/Sito-archeologico-romano-di-Scifi ).

L’evento si è snodato in due “passeggiate archeologiche”, forma di promozione e divulgazione che Archeoclub Area Ionica sta sempre più privilegiando.

La prima, sabato mattina, è partita dal Santuario della Madonna della Catena di Mongiuffi Melia e ha raggiunto il “cuore” dell’antico acquedotto romano, illustrato dalla vice presidente di Archeoclub Area Ionica, Ketty Tamà e da Antonella Siligato, facendo riferimento soprattutto agli studi del giovane archeologo letojannese, Dino Alberto Rapisarda. È stata chiarita la struttura e la funzione dell’infrastruttura e le varie vicissitudini che hanno portato ora a riscoprirla in maniera scientifica, proprio grazie all’impegno di Rapisarda fin dagli studi universitari. Poi il gruppo si è spostato a Scifì, la cui area archeologica è stata illustrata dal presidente Filippo Brianni, facendo riferimento agli studi ed al “sogno” dello storico locale Giuseppe Lombardo ed agli scavi condotti e studiati da Maria Grazia Lentini, Gabriella Tigano (oggi direttrice del Parco di Naxos) e Grazia Spagnolo (docente dell’università di Messina, particolarmente legata a questo sito). Ha perciò evidenziato come il sito nasce proprio dall’ipotesi di Lombardo, secondo cui a Scifì si trovava l’originaria Abbazia dei SS Pietro e Paolo, distrutta da un’alluvione e poi realizzata dall’altra parte del torrente in epoca normanna.

Gli scavi eseguiti hanno fatto emergere una frammenti di una struttura certamente imponente, che dovrebbe aver “vissuto” tra la fine del periodo greco e la fase tardo romana, subendo in mezzo un terremoto ed alla fine all’alluvione.

I reperti emersi fanno pensare ad una mansio, una sorta di “stazione di sosta” lungo la strada romana Milazzo-Taormina o ad un villa di cui si sarebbe finora scoperto solo la minima parte. Perciò Brianni ha evidenziato l’esigenza di svolgere indagini geoscanner per capire la conformazione della struttura. Gli interventi sono disponibili sul canale Youtube di Archeoclub Area Ionica Messina.

DOMANI IL SOLSTIZIO ALL’ABBAZIA. E come ormai accade da sette anni, per Archeoclub Area Ionica Messina, il 21 giugno coincide col Solstizio dedicato a “Miti, Sogni, Poeti, Pittori e Santi nella Valle d’Agrò, alla scoperta del Genius loci”, coordinato da Ketty Tamà presso l’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo.

L’evento è organizzato da Archeoclub in collaborazione col comune e l’arcipretura di Casalvecchio Siculo e col parco di Naxos.Il tema scelto per l’edizione 2021 riguarda “la rinascita dell’anima greca della Valle”. Si comincerà alle 18, con un intervento del presidente della comunità ellenica di Messina, Daniele Macris, su “diploma di Ruggero II, moderno manifesto del paesaggio e della toponomastica della Valle”. Dall’acropoli di Atene interverrà Stella Kalisperatou, presidente della sezione siciliana dell’istituto ellenico di diplomazia culturale, parlando di “nuove prospettive e potenzialità della cultura della Magna Grecia”. Si chiuderà con la presentazione del libro “L’ultimo romito” (Lithos editore). Previsto l’intervento degli autori (Diego Celi, Pino Privitera ed Enzo Basso), ma anche del protagonista del libro, cioè il sacerdote ortodosso padre Alessio Mandanikiotis, che vive in un eremo di S.Lucia del Mela e grande conoscitore del ruolo della cultura religiosa greca sul territorio peloritano. Proprio su questa figura si concentra il testo, realizzato da laici e che punta l’attenzione su quella che definiscono una verita sempre aperta che non vuole essere sanata: l’ecumenismo incompiuto“. Nel corso del solstizio sarà presentato anche il progetto per la segnaletica interattiva, con supporto QRcode, realizzato dall’Unione dei Comuni, presieduta da Davide Paratore. Il progetto, che riguarda anche l’anello del Dinarini, include pure un video con droni della Basilica messo a disposizione dalla testata online Sikilynews, oltre che la navigazione verso la basilica mediante Google Maps.

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