Signorino: “De Luca dà i numeri sui Derivati”

Redazione

Signorino: “De Luca dà i numeri sui Derivati”

mercoledì 16 Giugno 2021 - 10:16

Il dibattito politico è incentrato sulla vicenda dei derivati “tossici” del Comune di Messinda, dopo il confronto di ieri fra il sindaco Cateno De LUca e l’assessore regionale Gaetano Armao.

Dal confronto-scontro è emerso che il Comune di Messina, guidato proprio da De Luca, ha dato luogo ad una transazione con Dexia, probabilmente “regalando” otto milioni di euro all’istituto di credito francese. Se da un lato il sindaco di Messina, ieri sera ha cercato di difendersi con una nota pubblicata sui Social, a firma del noto avvocato ed assessore comunale, Dafne Musolino, dall’altro arrivano le puntualizzazioni dell’ex assessore della giunta-Accorinti, il quale chiarisce gli aspetti della vicenda.

“De Luca dice che con la transazione firmata (e immediatamente “onorata”) con Dexia lui ha pagato 8 milioni sui derivati, quando il piano di riequilibrio precedente prevedeva di chiudere con 10 milioni, così lui ha risparmiato 2 milioni.Stira i numeri, li ritira, gonfia le differenze e dice cose sbagliate.

1) Non è vero che il precedente piano di riequilibrio stanziava 10 milioni: ne stanziava 9,6 (numero “stirato”);

2) Non è vero che lui ha pagato 8 milioni: ne ha pagati 8,7 (numero “ritirato”);

3) Quindi la differenza non è 2 milioni, ma 900.000 (differenza “gonfiata”, più che raddoppiata);

4) Non è vero che il precedente piano di riequilibrio stanziasse questi fondi per Dexia: erano per i due contratti derivati (Dexia + BNL, quest’ultimo chiuso con un accordo – quello sì – totalmente favorevole al Comune);

5) Non è vero che i fondi fossero appostati per “chiudere”: erano un “fondo rischi”, prudenzialmente accantonato nella prospettiva del suo recupero al bilancio.Poi è vero (e non è De Luca a dirlo) che la Cassazione ha affermato che gli accordi “precontrattuali” (ossia l’accordo che ha premesso i contratti) sarebbero stati da giudicare in Italia, dove sarebbero stati giudicati nulli, travolgendo i contratti stessi.

De Luca ha fatto approvare il contratto al Consiglio Comunale senza attendere la pronuncia della Cassazione, con la quale avrebbe potuto costringere Dexia a restituire 4,2 milioni (più interessi) alla città di Messina.I soldi dati a Dexia non erano dovuti, perché il contratto è tecnicamente una farsa. Con la transazione De Luca ha fatto dichiarare al Comune che i contratti-burla erano validi e sacrosanti e ha regalato a Dexia quasi 13 milioni non dovuti di soldi dei cittadini messinesi”.

Conclude l’assessore Guido Signorino. A questo punto non è escluso che la magistratura possa aprire i riflettori su un’operazione che è costata 8 milioni di euro a Palazzo Zanca.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta