Commercio fraudolento di petrolio, raffica di arresti e sequestri a Messina

Redazione

Commercio fraudolento di petrolio, raffica di arresti e sequestri a Messina

giovedì 29 Aprile 2021 - 09:27

Commercio fraudolento di prodotti petroliferi. E’ l’accusa che ha portato all’arresto di 49 persone (28 in carcere e 21 agli arresti domiciliari), a 4 misure dell’obbligo di dimora e a 3 misure interdittive. Il blitz, condotto dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza, costitusce lo sviluppo dell’indagine della “Rinascita” che l’8 aprile scorso aveva portato a 8 provvedimento di fermo. Sono in tutto 56 gli indagati nell’inchiesta condotta dai pm Andrea Mancuso, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo sotto il coordinamento del procuratore Nicola Gratteri. Tutti accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle Accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (F.O.I.), contraffazione ed utilizzazione di Documenti di Accompagnamento Semplificati (DAS). La procura ha inoltre contestato l’aggravante di aver agito per agevolare le associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese. Si chiude così il cerchio sulle attività illecite di interesse dell’associazione di stampo mafioso capeggiata dal clan “Mancuso” di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, attiva nel remunerativo settore del commercio fraudolento di prodotti petroliferi. Sono inoltre scattati una serie nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa e Caltanissetta di società di capitali e a ditte individuali attove nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti. La loro gestione è stata affidata ad degli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.

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