Caso della dodicenne sbronza, a quell'età i ragazzi devono andare al luna park

Redazione

Caso della dodicenne sbronza, a quell'età i ragazzi devono andare al luna park

giovedì 11 Giugno 2020 - 17:47

Fare il genitore è senza dubbio il “mestiere” più difficile al mondo. La premessa è d’obbligo per sottolineare come, ai giorni nostri sia complicato educare e controllare le fughe in avanti dei figli. Solo chi è genitore può comprendere questo concetto che, a prima vista, sembra elementare.

Il caso della ragazzina di 12 anni,  portata in ospedale lo scorso fine settimana perché si è sentita male, dopo avere bevuto degli alcolici, è destinato ancora a fare discutere. Ieri mattina, Gazzetta del Sud, ha pubblicato un’intervista alla mamma della ragazzina la quale ha puntualizzato alcuni aspetti di una vicenda, sulla quale stanno tentando di fare chiarezza gli investigatori. Intanto, la dodicenne non avrebbe bevuto due cocktail e una birra, bensì avrebbe ingerito pochi sorsi dei birra venduta da un esercente – dice la mamma – irresponsabile.

L’altro aspetto che la signora chiarisce è che la figlia non era stata “abbandonata” in mezza alla movida, ma si trovava in compagnia di amichetti e cugini e la stessa mamma era in zona con il suo compagno. Infine, la ragazzina ultimamente soffriva di crisi d’ansia e il malore sarebbe addebitabile – sempre per la mamma – a questo stato di salute.

Infine, la donna chiede che la figlia non sia al centro del clamore mediatico e di beceri attacchi Social. Fin qui, le parole non fanno una sola grinza. Tuttavia, c’è da osservare qualcosa per ristabilire la realtà dei fatti e, soprattutto, impedire che analoghe situazioni si verifichino ancora.

Posto che è criminale cedere una bevanda alcolica ad una minore, chiediamo alla mamma se fosse il caso concedere “libertà vigilata” alla figliola, nel bel mezzo della movida, trattandosi di una ragazzina con qualche problemino di salute. Come del resto essa stessa ammette. Il richiamo alla responsabilità genitoriale non può assolutamente passare in secondo piano, perché a 12 anni i figli si portano in ludoteca o al luna park.

Detto questo, siamo consci che le “ragazzate” sono variabili incontrollabili, ma se i genitori vigilano, le possibilità si riducono ulteriormente. La società purtroppo facilita le “ragazzate” perché si tende ad alzare sempre più l’asticella del proibito, ma i genitori e la famiglia, il più importante ambiente sociale, devono controllare con rigore le pericolose fughe dei ragazzi.

Davide Gambale