E' veramente una bruttura? Il dibattito è aperto

Redazione

E' veramente una bruttura? Il dibattito è aperto

sabato 06 Giugno 2020 - 07:47

Un pugno nell’occhio, un cazzotto allo stomaco, un container, un acquario, una serra…. I commenti sul web si sprecano per la struttura collocata in corrispondenza dell’ex Ritrovo Billè, angolo via Tommaso Cannizzaro-Piazza Cairoli. L’immobile rilevato dall’imprenditore Franco Urbano, della “Miscela D’Oro”, ospiterà un elegante bistrot nel centro della città, ma già impazzano le polemiche per quella struttura.

Il nuovo locale dopo quasi quattro anni di lavori, finalmente vedrà la luce ma i messinesi sulla struttura si sono lanciati ieri in un dibattito dirimente. A dare fuoco alle polveri delle polemiche ci ha pensato il presidente dell’ordine degli ingegneri di Messina, Francesco Triolo. Un professionista affermato, non l’uomo della strada. Triolo, sul sito dell’Ordine degli Ingegneri, ha posto una questione di “merito” che ha innescato un dibattito sul web che, a trattati, si è fatto anche aspro.

Posto che il gusto e la percezione del bello sono questioni prettamente soggettive sulle quali non è possibile mettere tutti d’accordo, Triolo pone il problema del “libero arbitrio” della Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina nella concessione della autorizzazioni.

Il presidente degli ingegneri messinesi, facendo i dovuti distinguo con l’attuale sovrintendete, evidenzia come in passato analoghi manufatti siano stati “bocciati”.

A scanso di equivoci, la struttura della famiglia Urbano gode di tutte le autorizzazioni prescritte.

Tuttavia, ciò evidenzia come le scelte talvolta siano soggettive. E qui entriamo in un campo minato, perché il tema delle autorizzazioni ai cosiddetti dehors dei locali pubblici a Messina è diventato “caldissimo” a seguito dell’emergenza Coronavirus. In campo è sceso il vice presidente del Consiglio comunale, Nino Interdonato, il quale ha puntato l’indice contro la Soprintendenza, rea di avere disertato l’incontro convocato per trovare una soluzione mediata. La settimana scorsa, gli imprenditore sono scesi in piazza per manifestare contro lo stallo di Messina, dove le autorizzazioni dei dehors vengono, oggi, bloccate dalle rigide interpretazioni.

Tornano al bistrot di piazza Cairoli, la struttura è oggettivamente un pugno allo stomaco per la sua imponenza, dato che oscura il prospetto di uno storico palazzo, ma con il passare del tempo ci faremo tutti l’occhio. Discutibile, se vogliamo, anche la piattaforma collocata all’interno della piazza, qui il problema si connette alla viabilità, dal momento che l’area è adibita al carico e scarico dei bus turistici. E qui l’amministrazione è stata discutibile nella concessione dei permessi. Ma se li chiedi e te li danno sei certamente nel giusto.

Siamo certi che adesso pioveranno le denunce, fa parte della natura del messinese. L’augurio è che Franco Urbano tenga testa a chi gli farà la guerra, perché le nuove iniziative imprenditoriali vanno portate avanti anche se la strada si fa in salita.

Infine, c’è il tema della rotatoria che avrebbe dovuto sorgere all’incrocio via Garibaldi-Tommaso Cannizzaro è forse la nota più dolente. Qualche “mago” ha fatto sparire il progetto già finanziato dalla Regione con un robusto contributo di oltre 600mila euro. Ma la politica evidentemente si è trovata davanti ad una scelta e, soggettivamente, ha deciso di cancellare quella rotatoria che avrebbe reso più fluido il traffico. Con l’aggravante che il nuovo Piano del traffico si fonda proprio sul concetto delle rotatorie. La cancellazione rimarrà un mistero…

Davide Gambale