Contagiati ospedale S. Agata, Calapai: "I lavoratori non sono carne da macello, poteva derogare col buonsenso al Dpr"

Redazione

Contagiati ospedale S. Agata, Calapai: "I lavoratori non sono carne da macello, poteva derogare col buonsenso al Dpr"

lunedì 06 Aprile 2020 - 16:01

Il segretario generale della Uil-Fpl di Messina, Pippo Calapai, alla dottoressa Paolina Reitano, direttore sanitario dell’ospedale di Sant’Agata Militello, a proposito degli operatori sanitari contagiati.

“Spiace che la dottoressa Paolina Reitano si sia risentita per una nostra nota a salvaguardia dei lavoratori e degli utenti dell’ospedale di Sant’Agata Militello, al punto di minacciare querele nei confronti dell’organizzazione sindacale che mi pregio di rappresentare. Tuttavia, nel ribadire quanto riportato nella nota menzionata, occorre sottolineare che non ci intimoriscono le querele, anzi ci spingono a fare ancora di più il nostro dovere, perché evidentemente abbiamo centrato il problema. Se da un lato è vero che esistono delle stringenti normative riguardo l’impiego di personale nelle strutture sanitarie in attesa dell’esito dei tamponi, è altrettanto vero che esistono delle responsabilità morali da parte di un direttore sanitario che esulano dai combinati disposti. Responsabilità rispetto alle quali ciascun dirigente, risponde di fronte ai lavoratori e alla propria coscienza. Tenuto conto che il Dpr del 9 marzo 2020 cui la dottoressa Reitano fa riferimento nella sua piccata lettera, riguarda l’intera Nazione, non si può negare che l’ospedale di Sant’Agata avrebbe potuto derogare a tale disposizione, esentando dal servizio l’infermiera sospettata di avere contratto il virus, con gli strumenti contrattuali, non trattandosi, ancora di Covid-Hospital, né tanto meno si trovava in emergenza per il diffondersi del virus. La dottoressa Reitano, specializzata in Igiene, sapeva benissimo a quale rischio si andava incontro, qualora non avesse esentato dal servizio l’operatore in attesa di tampone. Tant’è che i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione con il contagio di tre operatori e la conseguente chiusura del Reparto di Cardiologia. Il ruolo del sindacato è quello di evidenziare eventuali disfunzioni, o sbagliate interpretazioni normative, al fine esclusivo di tutelare i lavoratori cje non devono essere considerati ‘carne da macello’ e i cittadini”.

Lo scrive in una nota Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl di Messina.