La disinformazione del sindaco è peggio della pandemia

Redazione

La disinformazione del sindaco è peggio della pandemia

sabato 21 Marzo 2020 - 13:10

Il ruolo della stampa più che mai, in momenti come questi, diventa fondamentale. La prima regola da osservare per un giornalista è la verifica scrupolosa della fonte. In questi giorni molti “cazzari” improvvisati informatori – mi viene difficile definirli giornalisti, perché non lo sono -, inondano con fake news la Rete di informazioni raccolte qua e là sulla base del sentito dire.

Gli organi di informazione autorevoli sono decisamente pochi a Messina e vi invito a diffidare da chi alimenta il germe della disinformazione. Chi diffonde notizie false è altrettanto criminale di chi non si è autodenunciato al rientro dalla gita in montagna. Il sindaco Cateno De Luca, da sempre attivo sul suo profilo Social, ha imboccato il filone della diretta serale inducendo decine di migliaia di messinesi a rimanere incollati a telefonini, tablet e computer, e oggi anche alla Tv grazie a due emittenti televisive che gli fanno (a mio avviso sbagliando), da cassa di risonanza.

De Luca ha capito che può prendersi la scena, utilizzando il suo ruolo istituzionale, e lo sta facendo compiendo uno sforzo straordinario che non corrisponde tuttavia al fine. Ovvero informare correttamente la popolazione.

Il sindaco ha scelta la via della disintermediazione giornalistica, perché riesce a parlare direttamente alla pancia della gente, come se le sue dirette fossero un comizio elettorale. Una cosa è la corretta informazione, un’altra sono le invettive e la caccia alla streghe.

Giornalmente finisce sulla gogna pubblica di Fb lo strumento del suo populismo: ieri la comitiva di Campiglio (su cui è calato un vergognoso silenzio, perché il sindaco è stato tirato dalla giacchetta?), poi tocca al manager dell’Asp e così via. Un modo osceno di fare informazione.

Non fosse altro perché l’autorevolezza delle sue informazioni è pari a zero, come quella dei “cazzari” che inondano la Rete di articoli sulla base del sentito dire. Ciò genera solo allarmismo e panico fra la gente che ritiene quella del sindaco una fonte attendibile. Leggere messaggi di persone senza la dovuta verifica è un atto criminogeno perché si procura un allarme ingiustificato.

Sparare numeri di contagiati, senza le conferme dei laboratori, significa allarmare ancor più la gente. Ha ragione l’ex assessore alla Sanità, Peppuccio Santalco, quando invoca una informazione coordinata con le autorità sanitarie e governative, supportata da sveri pecialisti.

Che senso hanno quelle dirette senza che vi sia una voce autorevole, senza il supporto di un comitato scientifico? La presenza degli assessori, diventati i ventriloqui del sindaco, che fanno la figura degli scolaretti interrogati dal maestro. Che senso ha tutto questo mi chiedo se non alimentare allarmismi? E poi basta con il solito ritornello “copiano dalle nostre ordinanze”. Ma chi se ne frega, caro sindaco del “ce l’ho più bello”, alla gente interessa ben altro del suo “babbio”.

Davide Gambale

Ci scrive una garbata mail un nostro lettore che pubblichiamo per esteso, nel rispetto del contraddittorio giornalista-lettore, che da sempre contraddistingue il nostro giornale.

Egr. Dott. Gambale

Mi dispiace, ma non condivido completamente il suo articolo.

Sono anch’io contrario alla gogna, e credo che non è questo che quello si stia facendo ora, ed in tutta questa storia non si vuole affrontare il discorso della partenza, ognuno è libero di fare e rischiare della SUA vita come vuole, ma in questo caso, sicuramente, si vuole solo e soltanto far valere il DIRITTO, che sia il mio o dell’intera comunità messinese, di SAPERE chi potrebbe essere potenzialmente causa, con la sua inconsapevolezza, di contagio verso La mia famiglia, come il mio vicino di casa, come il mio collega di lavoro, come chiunque altro possa essere, senza saperlo, infettato e continuare a sua volta ad infettare gli altri.

Prima di scrivere si informi di cosa sta avvenendo nelle zone del Bergamasco e del Piacentino, proprio per questa situazione, dove ho continui contatti e dove chi viene ricoverato non potrà vedere la sua famiglia non prima di essere dimesso completamente guarito. Pensi solamente a quei famigliari che da quel momento saranno completamente impossibilitati e vedere o a trovare il loro caro, che sarà in completo isolamento, nonché,se dovesse andare male, nemmeno averli accanto per un ultimo conforto.

Mi faccia una cortesia, se deve scrivere qualcosa, per ora scriva RESTATE. A. CASA NON USCITE NE VA DELLA NOSTRA E DELLA VOSTRA VITA, ma non una volta sola, faccia come si faceva una volta a scuola nella vecchia lavagna, lo faccia di continuò fino a quando LA PANDEMIA (perché questa è) non sia finita, e dopo parliamo di De Luca, degli sciatori, dell’ASP, del Neurolesi, etc.

La salutò affettuosamente.

Pasquale De Benedetto