Deluso da De Luca, lettera aperta di un giovane al sindaco

Redazione

Deluso da De Luca, lettera aperta di un giovane al sindaco

mercoledì 19 Giugno 2019 - 10:10

Mli attraverso il capogruppo Robertoi Cerreti ha inoltrato l’amaro sfogo di un giovane candidato con le liste di Cateno De Luca. Ecco il testo.
“Politiche giovanili, nascita di comitati civici e brand “Messina”. Erano alcuni punti in campagna elettorale del primo cittadino di Messina Cateno De Luca che, attraverso l’attuazione di queste questioni aveva promesso il rilancio dei giovani della Città dello Stretto. A distanza di tempo, dopo la campagna elettorale, dopo aver composto al giunta comunale ed essersi insediato il consiglio comunale (di cui De Luca non detiene maggioranza), che fine hanno fatto queste promesse?
Ce lo chiediamo noi giovani che abbiamo preso parte alla campagna elettorale con De Luca e a fianco di De Luca mettendoci per primi la faccia nelle piazze con le bandiere e le magliette “Giovani Per De Luca”. Una lista di cui lo stesso De Luca andava fiero, diceva nel corso dei comizi, segno che i giovani alla politica, si stanno riavvicinando di nuovo – affermava – e invece? De Luca dei giovani sembra essersi dimenticato, così come delle promesse fatte e mai mantenute.
In campagna elettorale, affermava il primo cittadino, “Non deve più accadere che ventimila giovani lascino la città, devono costruire qui il loro futuro avendo anche loro un’occasione. Mi candido perché’ mi sono sempre occupato dei ragazzi e voglio trasmettere loro alcuni valori come il rispetto per la patria, per la loro terra e le sue tradizioni”, invece questo continua ad accadere.
Parecchi i giovani, compreso a breve il sottoscritto, che, ancora oggi, anche a causa di un programma politico non ancora attuato, sono costretti ad emigrare da questa città in cerca di fortuna.
Ma è possibile che una persona per disperazione deve lasciare la sua terra perché lavori seri a Messina non se ne trovano?
Chi si lascia ammaliare dal canto di qualche offerente che promette un incarico appetibile, con retribuzione garantita e minimo sforzo, si ritrova poi a fare i conti con impieghi umilianti, nel migliore dei casi “porta a porta” preceduti da un periodo di prova gratuito o sottopagato che non vedrà mai un seguito.
Da qui la mia decisione di unirmi a quel flusso migratorio giovanile, che sta riportando il Sud Italia ai livelli del primo ‘900 o al finire della II Guerra Mondiale quando, prima del boom economico, i nostri nonni erano costretti a migrare per cercare fortuna in Brasile, Argentina, Stati Uniti o la lontana Australia.
Mancano gli spazi di ricreativi e di aggregazione giovanile, promessi e fin qui mai realizzati. Il degrado e l’abbandono delle periferie, nonostante l’ampliamento e la creazione di una nuova società per la raccolta rifiuti, in parole povere, non aiuta i giovani alla socializzazione e ad una sana crescita. Delle parole e dai tanti progetti non è più tempo. Realizzare strutture e spazi dove i giovani possono sentirsi a casa, come luoghi in continuo dialogo e “osmosi” con il territorio, per costruire percorsi e occasioni di progettazione partecipata e ancora come spazi e laboratori a più tempi, in cui al tempo del gioco e della socialità, si affianca il tempo del progetto, dell’impegno sociale e delle responsabilità.
Speravo che negli ultimi mesi, a partire dal tuffo “cu tutti i robbi” effettuato a Villa Dante, nel giorno della consegna della piscina di Villa Dante alla città, si poteva rinfrescare un po’ la memoria al sindaco ed invece nulla, anzi ha continuato ad applicare una linea politica che anche suoi predecessori avevano applicato, fatta di annunci, parole e pochi fatti. Anzi, ha siglato patti “della Madonnina”, della “Pignolata”, con soggetti, come Miccichè, prima criticati in campagna elettorale ed ora amati, come nello stile della canzone “e non ci lasceremo mai”.
Alla luce di ciò, convinto di parlare anche a nome degli altri colleghi candidati, molti già purtroppo emigrati al nord, e cosciente che il mio pensiero magari può anche contar poco o nulla, sento di lasciare Messina   sfiduciando il primo cittadino De Luca poiché, fino questo momento, non ha rispettato gli accordi e le promesse scritte e “banniate” nelle piazze nel corso della sua campagna elettorale, costringendoci ad abbandonare col cuore in pezzi la nostra terra, i nostri sogni e la speranza di poter continuare a stare o resistere accanto alle nostre famiglie.
Scusate e scusami lo sfogo, ma volevo foste i primi a saperlo. Ciao ragazzi!”

Piero Genovese