Matteo Salvini il grande bluff. Di Pericle

Redazione

Matteo Salvini il grande bluff. Di Pericle

domenica 12 Maggio 2019 - 06:49

Da gran parte degli analisti viene considerato il genio della comunicazione ed il più puro interprete degli istinti tribali degli elettori. Innegabile che, sotto la sua guida, la Lega è passata dal 4 al 17% (elezioni politiche del 4 Marzo 2018) e addirittura al 30% secondo le ultime intenzioni di voto. Chi scrive non crede a questa apoteosi di consenso e ritiene che Salvini sia un bluff della politica o meglio del declino di ciò che Machiavelli definì “arte dello Stato”.

Il giudizio negativo sull’azione del Ministro degli Interni è suffragata dal concetto stesso di politica che non appartiene alla poetica del “Truce” (copyright di G.Ferrara).

Il giudizio espresso da De Mita: “Salvini è furbo ma è privo di pensiero” racchiude sinteticamente l’azione politica espressa e propagandata con Twitter: le leggi approvate, le promesse farneticanti, l’assenza di una visione reale e possibile del Paese. Rousseau afferma di “avere scoperto che tutto si lega intimamente alla politica” perché questa investe e condiziona i problemi generali dei singoli e della comunità. Da tale considerazione emerge la necessità di una riflessione sull’essenza stessa della categoria del politico o sul problema della distinzione fra etica e politica. A Salvini manca la “visione” vera essenza della politica, è dotato invece dell’arte della propaganda corsara utile ad ottenere consenso. Gridando “prima gli italiani” il rapper padano-nazionalista ha emarginato il Paese in Europa e sarà responsabile insieme al suo complice Di Maio del default dello Stato.

Arrivano nuovi popoli, nuove religioni, nuove culture: muta la composizione demografica dell’Italia e dell’Europa, si assiste ad una evaporazione dei valori che hanno permesso pace e sviluppo. Un intero mondo si sta disgregando e non sappiamo capire i fenomeni in corso, non sappiamo dove andremo. Manca l’essenza della politica cioè la visione, è assente la preveggenza e l’utopia dei grandi pensatori.

Siamo costretti a leggere ed ascoltare le esternazioni farneticanti di questi due masanielli senza arte nè parte che stimolano livore e rancore, emozioni con le quali ottengono consenso. La crisi morale e civile in corso, richiederebbe una visione capace di sporgersi oltre le barriere dei canoni consueti per vedere al di là delle situazioni di fatto e per proporre soluzioni straordinarie e visionarie. Il duo lescano è  privo di tali capacità.