Autorità Portuale, Siracusano: "Non si accetti accorpamento che umilia Messina"

Redazione

Autorità Portuale, Siracusano: "Non si accetti accorpamento che umilia Messina"

venerdì 02 Febbraio 2018 - 17:12

Il Governatore. Nello Musumeci, ha raccolto l’appello della deputazione regionale, adesso la partita per l’Autorità Portuale di Messina è tutta da giocare. E’ ora di mettere da parte le divisioni,  ma Gabriele Siracusano, candidato alla Camera con Liberi e Uguali, punta il dito contro la classe politica che ha permesso che Messina corra il rischio dell’accorpamento con Gioia Tauro:  “Il problema dell’accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina con Gioia Tauro è soprattutto la  conseguenza della mancanza di una rappresentanza politica forte ed autorevole. Oggi ci ritroviamo  a dover inseguire il ministro Delrio per riaffermare la necessità di un’AP autonoma perché in questi  anni la nostra rappresentanza politica non è stata in grado di fare sintesi e farsi ascoltare. Entrando  nel merito della vicenda è impensabile accettare un accorpamento che umilia e depotenzia  Messina. Si mettono insieme una posizione di forza, quella dell’AP di Messina e Milazzo con una di  estrema debolezza, Gioia Tauro, in crisi e senza un progetto strategico adeguato e si affida la  gestione a quest’ultima”.

Per Siracusano l’idea di un’Authority con Catania non è da buttare, purchè Messina non reciti il ruolo di cenerentola:  “Spostare la centralità gestionale verso un porto in crisi, accentrando il potere delle decisioni ad un territorio ad alto rischio infiltrazioni criminali è un errore. L’alternativa  è l’Authority dello Stretto, un’area forte che include Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio. Se purtroppo, sempre a causa di scellerati silenzi degli anni scorsi non fosse più possibile aumentare il numero delle AP, allora “il male minore” potrebbe essere l’accorpamento con Catania-Augusta, purchè però Messina non finisca in posizione subalterna. Proprio per questo a fare la differenza è una classe politica che abbia la credibilità e l’autorevolezza di far valere le sue ragioni”.