Anarchia a Minissale, AAA cercasi polizia municipale

Redazione

Anarchia a Minissale, AAA cercasi polizia municipale

sabato 02 Dicembre 2017 - 16:15

Se Messina decresce in tutte le classifiche di vivibilità, forse un motivo c’è. Lo si comprende in questa foto, scattata da un nostro lettore a Minissale.
L’anarchia regna sovrana in uno degli snodi viari più importanti della zona sud, sempre più ostaggio dell’ambulantato selvaggio. Ormai è un mercato a cielo aperto, di giorno e di sera, si trova di tutto con furgoni ed auto che sistematicamente invadono la carreggiata. Impossibile transitare nelle ore di punta, così anche il passaggio di un’ambulanza risulta problematico nell’imbuto di Minissale. I più pazienti restano bloccati per lungo tempo, i più temerari fanno inversione sulla doppia striscia continua, tanto non ci sarà mai nessuno a verbalizzarli? Già, perché i vigili urbani sono vicini fisicamente (la caserma è a meno di un chilometro), ma praticamente non si vedono mai. Qualcuno prova a telefonare per segnalare il caos, ma è solo tempo perso, tanto la carenza di personale è ormai un alibi forte…
Ci sarebbe lo “Scout”, il dispositivo con telecamera utilizzato per rilevare le infrazioni al Codice della strada, ma non si comprende l’utilità di questo servizio e soprattutto l’efficacia.
La fotografia che pubblichiamo “parla” da sola, ogni commento sarebbe superfluo, davanti a due furgoni in doppia fila (uno addirittura fermo nel senso contrario di marcia) che praticamente non consentono il regolare passaggio dei mezzi. Una situazione insostenibile dal punto di vista dell’ordine pubblico, per questo motivo “bypassiamo” la polizia municipale e ci rivolgiamo direttamente al prefetto. Eccellenza, faccia qualcosa per rendere Messina più vivibile o quantomeno la riporti sui binari della legalità.
Sappiamo che non sarà facile, ma almeno provi a risollevare le sorti di una città che scivola sempre più in basso, “zavorrata” dall’anarchia e dall’impossibilità di cambiare le cose. Ormai basta poco per toccare il fondo, ma ognuno ha l’obbligo morale di provarci, istituzioni in primis.