Si voterà la prossima primavera? L’interrogativo che tormenta Cateno De Luca e che lo mette di fronte a un bivio. Elezioni anticipate o scadenza naturale dell’attuale amministrazione? Il leader di “Sud chiama Nord” lo scorso ottobre aveva annunciato a mezzo Social una revisione della giunta-Basile. Revisione che avrebbe dovuto concludersi entro Natale ma che invece non c’è stata.
Mancata revisione e liquidazione di Campagna
E’ chiaro che il “gruppo-De Luca” stia vivendo un momento politico difficile e lo dimostra il fatto che alla vigilia di Natale con un post su FB, lo “Sciamano del Nisi” abbia liquidato dalla guida dell’ASM il suo “delfino” Pippo Campagna. “Sarà il suo ultimo panettone all’ASM” ha scritto sul suo profilo Social. Una frase inequivocabile che, comunque, potrebbe nascondere qualcos’altro. Forse un “avvertimento” a chi gravita attorno alla “Galassia-De Luca”.
Il tormento
Elezioni anticipate al 2026 o scadenza naturale? Un interrogativo al quale lo stesso De Luca non riesce a dare una risposta perché le sorti politiche di Messina si intrecciano con quelle palermitane e soprattutto con la spigolosa indagine della magistratura che vuole vederci chiaro sul “sistema-donazioni”. Un’indagine che prende le mosse da una denuncia presentata da un cittadino di Taormina e che potrebbe incidere, paradossalmente, sulla decisione di mandare al voto Messina con un anno d’anticipo.
L’idea nasce dal fatto che la prossima primavera si andrà a votare in Comuni chiave del Messinese, come Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Giardini Naxos. Piazze sulle quali De Luca ha lanciato la sua “Opa” per cercare nuovi spazi all’interno delle amministrazioni comunali. In questo contesto potrebbe inserirsi Messina sottraendola dall’election-day che si terrà nella primavera del 2027, quando si voterà per le Politiche e le Regionali.
Anticipando Messina, Cateno De Luca potrebbe avere le mani libere sulle regionali. Ma il ragionamento va fatto, presupponendo che “Sud chiama Nord” o “Ti Amo Sicilia” riesca a fare un exploit politico. Ma visto il crescente dissenso, soprattutto a Messina, non è detto che questo exploit possa arrivare.
Ecco il tormento di Cateno. Se perde Messina di fatto ha perso gran parte del suo potenziale, dal momento che la città dello Stretto per lo “Sciamano del Nisi” è diventato un “centro di potere”, con la creazione di numerose partecipate. E allora anticipare le votazioni o aspettare?
La risposta l’avremo a fine febbraio, quando il sindaco di Messina, Federico Basile, dovrà dimettersi per andare a votare in primavera.
D. Gam.

