Una “variabile impazzita”: l’impegno politico di Marcello Scurria, padre del Risanamento a Messina, era nell’aria da tempo ma nessuno immaginava potesse mai concretizzarsi. La spinta del “civismo” messinese, quello che silenziosamente subisce le scelte di un’amministrazione con la quale no si riconosce, ha trovato la sua espressione in Marcello Scurria.
Non s’è trattato di una vera discesa in campo, ma di uno “scossone” alla silente politica cittadina che s’era rassegnato al “faccio tutto io” di Cateno De Luca.
Il leader di “Sud chiama Nord” da otto anni governa Messina anche in via indiretta, attraverso i suoi uomini collocati in cabina di comando. Ma di fatto a gestire l’intero sistema delle “clientele” è lo stesso De Luca che detta le regole d’ingaggio.
L’ex presidente di Arismè, l’unica Partecipata comunale che è servita a qualcosa, è uscito allo scoperto e adesso promette battaglia. Ha messo a disposizione di cittadini e partiti la sua esperienza ma non è detto possa essere il candidato sindaco da opporre allo schieramento di Cateno De Luca.
In atto – per dirla con Danilo Lo Giudice (a proposito, cambia disco) – c’è una riflessione negli schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, così come all’interno dei movimento civici che scalpitano in vista delle prossime elezioni. Alla fine non è detto che non si possa fare “sintesi” su una figura al di sopra degli schieramenti, per tentare di dare una spallata al “sistema-De Luca”, fatto solo di evidenti “clientele”.
La rivoluzione gattopardiana di Cateno ha stancato una città che non vuole più essere colonizzata dallo “Sciamano del Nisi” e dalla compagine del suo “cerchio magico”.
D. Gam.

