Scurria: “Ho sopravvalutato Cateno, ma il vento è cambiato”

Redazione

Scurria: “Ho sopravvalutato Cateno, ma il vento è cambiato”

sabato 13 Dicembre 2025 - 10:50

Ho sopravvalutato De Luca e poi non ho condiviso la decisione di presentare una lista dei cosiddetti baraccati”. Marcello Scurria, padre putativo del Risanamento a Messina, ieri sera alla trasmissione televisiva “Scirocco”, condotta da Emilio Pintaldi, ha svelato i motivi che l’hanno indotto a lasciare il gruppo-De Luca.

Era andato via senza sbattere la porta, con lo stile che gli appartiene. Ma a distanza di qualche hanno ha chiarito le reali motivazioni. Al di là della sopravvalutazione di De Luca, gli fa decisamente onore non avere condiviso la decisione politica di sfruttare il “bisogno” della gente che era stata tirata fuori dall’inferno delle baracche. Lo “Sciamano del Nisi” con la lista delle baracche intendeva strumentalizzare politicamente il bisogno della gente: operazione miseramente fallita dal momento che l’apporto della lista, alle elezioni amministrative, è stato un autentico fallimento.

La trasmissione di “Rtp”, ieri sera, di fatto ha aperto la lunga campagna elettorale che poterà a nuove elezioni, con moltissima probabilità a giugno 2026, tenuto conto che il sindaco di Taormina ha deciso che il suo collega di Messina dovrà dimettersi entro il prossimo febbraio.

La novità assoluta per una città che da otto lunghi anni è amministrativa di un uomo solo al comando, anche per interposta persona, è rappresentata dal fatto che adesso c’è un’alternativa. L’alternativa a De Luca è nata fra la gente, fra i movimenti civici che si sono aggregati per dare la spallata alla cosiddetta “Galassia-De Luca”. Messina è spaccata fra chi ruota nell’orbita del cerchio-magico e chi rimane a guardare subendo le scelte amministrative mai condivise con la città. Prova ne siano gli accesi dibattiti sulle piste ciclabili.

Marcello Scurria ha perfettamente ragione quando dice che non esiste una sola opera pubblica che porta il nome delle amministrazioni guidate da De Luca. Soldi tantissimi, cantieri aperti altrettanti, opere finite zero. Eppure otto anni sono tanti, un’era geologica che non è servita evidentemente a nulla. Il frazionamento dei cantieri ha portato a tutto questo.

E’ altrettanto vero che il vento è cambiato a Messina, dove i cittadini hanno impiegato un po’ di tempo ma hanno compreso il vero bluff di Cateno De Luca. La rivoluzione è contenuta solo nelle parole che si sono sparse nel vento di una politica che sfrutta il “bisogno” della gente per alimentarsi.

Il vento è cambiato davvero.

D. Gam.

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