La pezza è peggio del buco. Cateno De Luca ha tentato di porre rimedio alla sua infelice uscita contro l’ex consigliera comunale di Giardini Naxos, Alessia Barbagallo, ma si è trattato solo di un boomerang. Pur riconoscendo il suo problema legato ad una pericolosa “incontinenza verbale”, non ha ritenuto opportuno porgere le sue scuse per una frase machista rivolta all’indirizzo della professionista accusato di avere un “protettore”, individuato nell’on. Pino Galluzzo. Una frase sconcia che ha suscitato una diffusa indignazione, sfociata in un profluvio di comunicati stampa di solidarietà alla dottoressa di Giardini Naxos, la cui unica colpa è stata quella di avere condiviso un post Fb del capogruppo di FdI all’Ars, riguardo la vicenda dell’emendamento alla Finanziaria regionale sui “Parchi archeologici”. Una polemica innescata dallo stesso De Luca che ha avuto la fregola, dopo l’approvazione in Commissione Bilancio, di mettere il cappello ad un emendamento che in realtà è stato voluto, scritto e votato da FdI.

Una polemica sfociata nella sfida lanciata dal leader di Sud chiama Nord in un incontro tenutosi a Giardi Naxos, al quale aveva invitato lo stesso Assenza e i deputati messinesi Galluzzo e Amata. Invito, non raccolto e quindi il confronto si è trasformato nel solito soliloquio sfociato nell’ormai nota “incontinenza verbale” di Cateno.

Le parole pesanti ha scatenato la reazione delle stessa Barbagallo che ha replicato su FB alle accuse di “carrierismo” e “protettorato”.

Siamo alle solite, anche perché Cateno De Luca non è nuovo ad attacchi sessisti scagliati all’indirizzo di avversari politici: l’ha fatto con l’ex ministro Lamorgese, sfanculata in pieno Covid; poi è stata la volta di Matilde Siracusano; quindi di Dafne Musolino e adesso è toccato alla Barbagallo. Ma non sarà certamente l’ultima…

Da.Ga.