Il dubbio amletico che arrovella Cateno…

Redazione

Il dubbio amletico che arrovella Cateno…

domenica 07 Dicembre 2025 - 10:35

La mossa delle elezioni anticipate, annunciate e poi smentite, è servita solo a mettere in moto la politica cittadina e quel civismo che non si riconosce nelle posizioni dirigiste di Cateno De Luca. Il sindaco “ombra” di una città che ormai da otto anni e mezzo è guidata dall’uomo che di fatto ha reso Messina una colonia. Un territorio di conquista funzionale alle politiche espansionistiche dello “Sciamano del Nisi”.

L’annuncio poi smentito, quindi ribadito a più riprese nelle ultime settimane, è servito solo a mettere in moto quella parte considerevole della città che vorrebbe dire basta alla politica strillata e poco concreta del movimento di Cateno De Luca.

Le interlocuzioni avviate sia nel centro-destra, sia nel centro-sinistra, per pianificare le rispettive strategie in caso di elezioni anticipate al 2026, hanno preceduto di poco l’uscita dei movimenti civici cittadini che si pongono come alternativa al sistema partitico. La partita si gioca proprio su questo piano. L’esperienza-De Luca, del resto, è stato un continuum di quello che era stato proposto prima. Una finta rivoluzione caratterizzata da “strilli” e “incarichi” agli amici del cerchio magico; in mezzo i cittadini che si aspettavano risposte concrete ai problemi veri e che oggi sono molto, ma molto arrabbiati.

Marcello Scurri ha aperto il fronte del civismo come alternativa a De Luca

E’ chiaro che l’appello di Marcello Scurria, il padre del Risanamento a Messina, su cui ieri Cateno De Luca ha cercato di metterci il cappello nell’evento del PalaCultura, benché atteso, abbia scompaginato i “piani” del leader di “Sud chiama Nord”. L’appello è rivolto ai cittadini, quelli ai quali intende rivolgersi anche De Luca per confermare la sua guida, per interposta persona, a Messina.

Scurria ha riacceso le speranze di quanti vedono in un movimento al di fuori dei partiti ma con il coinvolgimento indiretto degli stessi, una speranza per dare la vera spallata ad un “sistema politico” che ha costruito solo sul bisogno della gente il suo successo.

Siamo solo all’inizio. Ma intanto l’interrogativo rimane: si voterà nel 2026 o nel 2027?

Da.Ga.

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