Appalti spezzatino. O se volete “spacchettamento” degli appalti. Fatto sta che Palazzo Zanca, per le luminarie di Messina del Natale 2025 ha proceduto a tre affidamenti diretti per addobbare la città. Importo complessivo Iva inclusa di 298.900 euro. Un appalto “spacchettato” per procedere con affidamenti diretti senza gara? La domanda sorge spontanea
Una cifra complessiva che va oltre il limite dei 140mila euro che consente alle amministrazioni pubbliche di procedere ad affidamenti diretti. Quindi senza una gara d’appalto effettiva che avrebbe ridotto i margini di discrezionalità del Comune di Messina.
Quello che ha fatto Palazzo Zanca per addobbare la città di Messina. A ciò si aggiungano le “operazioni” compiute dalle società Partecipate del Comune di Messina.
Uno “spacchettamento” che consente all’attuale amministrazione di procedere ad affidamenti diretti sotto la soglia prevista dal codice degli appalti.
Alle luminarie si aggiungono gli affidamenti diretti per la fornitura degli alberi di Natale che, guarda caso, sono finiti sempre alla stessa società che li ha forniti negli anni scorsi, ma con stazioni appaltanti diverse sebbene riferibili sempre a Palazzo Zanca. Ma c’è anche l’affidamento dell’allestimento del mercatino di Natale a piazza Cairoli, finito anche questo nelle mandi della stessa società che gestisce il servizio di anni.
E il principio della rotazione? Domanda alla quale il sindaco e suoi assessori dovranno dare una risposta.
Per queste procedure di “spacchettamento” l’amministrazione di Fiumicino è finita sotto inchiesta e la trasmissione televisiva “Report”, domenica scorsa ha realizzato un servizio. Gli amministratori del Comune laziale devono rispondere del reato di “frazionamento artificioso degli appalti”.
D. Ga.

