La sfiducia al sindaco di Alì Terme, votata in un freddo sabato pomeriggio di novembre, è un segnale sinistro per l’intera “Galassia-De Luca”. Un evento del quale lo “Sciamano del Nisi” non fa assoluta menzione nelle sue uscite pubbliche e del quale il leader di “Sud chiama Nord” non vuole parlarne.
Ma la sfiducia a Tommaso Micalizzi, uno dei sindaci-colonnelli di Cateno De Luca, rimane e il clamore rimbomba nelle vallate dello Ionio, soprattutto in quella del Nisi.
Micalizzi è stato mandato a pedate (in senso metaforico, sintende) a casa dai consiglieri comunali della sua stessa maggioranza, animati da una battagliera Agata Di Blasi, la dolente spina nel fianco dell’arma deluchiana. Da sola non sarebbe riuscita nell’impresa di sfiduciare un sindaco che ha perso la credibilità del suo consiglio, ma anche dei cittadini di Alì Terme, ormai una delle ex roccaforti di Cateno De Luca.
E’ un segnale politico prorompente, la classica “slavina” che sta precipitando verso vallo portando con sé tutti i buoni propositi di un gruppo politico che perde credibilità giorno dopo giorno.
Politicamente si tratta di un avviso inequivocabile, della fine dell’idillio d’amore fra Cateno De Luca e la sua gente. Perdere un sindaco nello Ionio, quindi in casa, significa che qualcosa si sta rompendo. L’impero di Cateno comincia a vacillare e questo segnale politico segna l’inizio della discesa. La politica è fatta di ascese prorompenti, ma anche di repentine discese. Il calo dei consensi di De Luca lo dimostrano anche i Social, la piazza virtuale su cui lo “Sciamano” ha costruito il suo successo politico. Ma il tempo è sempre galantuomo, si dice, e dopo otto anni di “false promesse politiche”, i nodi stanno tornando al pettine.
Cateno e suoi stanno anche pagando la supponenza con la quale amministrano e la pervicace tendenza ad alimentare il “cerchio magico” con incarichi remunerati.
De Luca perde un sindaco, adesso ci si interroga quale sarà il prossimo? Gli allibratori sono al lavoro sulle quotazioni di Federico Basile, sindaco di Messina. A sentire gli umori in città, nonostante il disperato tentativo di una narrazione riparatoria rispetta ad una strategia comunicativa sbagliata (parole del leader maximo), il prossimo a rimetterci le “penne” sarà proprio lui. E qui si aprono scenari inquietanti, soprattutto per i “mantenuti” dalla politica deluchiana.
Davide Gambale

