In una conferenza stampa svoltasi all’Assemblea Regionale Siciliana, Cateno De Luca ha ribadito con toni duri che la Regione siciliana è «in mano a lobby delinquenziali» e che per cambiare lo status quo «non bastano slogan ma serve un vero piano di liberazione».
Il simbolo e il messaggio
De Luca ha portato con sé un pacco simbólico per il presidente della Regione Renato Schifani, contenente un irroratore agricolo che ha definito «il diserbante contro le lobby del sistema regionale».
«La Sicilia non si cambia con gli slogan … serve il diserbante contro le lobby del sistema regionale. Quello che abbiamo sentito – “decuffarizzare la Sicilia” – cosa significa? Forse volevano dire decaffeinare?» ha affermato De Luca.
Le accuse al sistema
Il leader di Sud chiama Nord ha denunciato una «situazione molto più grave» rispetto a una semplice spartizione politica:
«La Regione è ormai in mano a lobby delinquenziali. I magistrati fanno il loro lavoro, ma le indagini hanno dimostrato ciò che tutti sanno: la spartizione politica dei vertici amministrativi ha soffocato ogni logica di buona gestione». Secondo De Luca, tali lobby controllano settori strategici come sanità, rifiuti, acqua, energia, trasporto pubblico locale.
«Il diserbante – ha aggiunto – serve a liberare la Regione dalle lobby che controllano i servizi pubblici essenziali: sanità, rifiuti, acqua, energia, demanio, trasporto pubblico locale. Settori che dovrebbero garantire diritti e sviluppo e che invece sono ostaggio di un sistema malato. Oggi, chi lavora nella pubblica amministrazione deve stare attento a non scontentare il proprio padrone politico».
«È un vero e proprio pizzo legalizzato», ha detto.
La questione però «non si risolve con la sostituzione di due assessori» ha specificato.
No alle dimissioni di Schifani
«Le dimissioni non servono a nulla. Schifani è stato democraticamente eletto e ha il dovere, il diritto e l’obbligo di governare e amministrare questa terra. Ma deve farlo con buon senso e coraggio, cambiando radicalmente le strutture patologiche che la paralizzano» ha spiegato De Luca.
«Può iniziare già con la legge di stabilità. Noi abbiamo proposto norme che riformano anche la burocrazia. Se Schifani adotterà il diserbante, noi lo sosterremo, anche stando all’opposizione. Siamo pronti a votare la manovra se conterrà misure di buon senso e discontinuità vera, ma non saremo mai complici delle solite porcherie».
De Luca ha parlato di trasporto pubblico locale, denunciando l’esistenza di monopoli familiari. Riguardo alla nomina di Alessandro Mario Caltagirone alla direzione dell’Asp di Siracusa, avvenuta il 31 gennaio 2024, ha tenuto a precisare che «Il 5 marzo Sud Chiama Nord ha presentato un’interrogazione parlamentare per segnalare i profili di inopportunità legati a quella nomina».
De Luca ha poi segnalato le disfunzioni legate alla Zona Economica Speciale (ZES): «Gli uffici periferici della Regione non si sono allineati alle procedure telematiche nazionali. La piattaforma ZES in Sicilia non è connessa con quella nazionale, disapplicando una legge dello Stato e trasformando una misura di semplificazione in un nuovo ostacolo burocratico».
Il piano di liberazione
De Luca ha parlato di un «governo di liberazione» della Sicilia, chiamando a un cambiamento radicale nel modo in cui la Regione viene gestita e supervisionata. L’irroratore simbolico è stato descritto come strumento metaforico per «ripulire» l’apparato regionale da incrostazioni e influenze clientelari.
De Luca attacca ma tende una mano
Insomma, De Luca critica e attacca quello che definisce “il sistema regionale”, ma non esclude di votare la legge di Stabilità. Tende una mano a Schifani e tiene aperto il dialogo.

