“Siamo soddisfatti del lavoro svolto a Messina”. La frase l’ha pronunciata il sindaco di Messisna, Federico Basile, intervistato ieri pomeriggio, dai giovani di “Credere nella Comunità”, il “think tank” degli universitari messinesi di area centro-destra. Un incontro molto partecipato, tenutosi al Palacultura.
Un evento dal quale si è levato alto il grido di dolore dei giovani messinesi, non più disposti a “fuggire” dalla propria città e desiderosi di sollecitare la politica affinché si creino le condizioni per rimanere nella propria terra.
Significativo l’intervento di un ragazzo, il quale ha detto chiaramente che i giovani hanno bisogno di altro rispetto alle cornici proposte da chi amministra oggi Messina. “Belle le piazze riqualificate, ma per trattenere i ragazzi serve altro”.
Il sindaco Federico Basile ha concluso la sua intervista con una frase che ha lasciato un po’ tutti di stucco. La soddisfazione del primo cittadino che si è soffermato lungamente su quella che ritiene una grande conquista, ovvero la riconsegna di una parte della Dogana, si scontra con i dati che relegano Messina agli ultimi posti. Fra l’altro le parole del sindaco giungono nel giorno in cui viene certificato una dato allarmante, ovvero che “Messina è una città di pensionati”. Ciò significa che i giovani stanno letteralmente scappando da una città che non offre nulla sotto il profilo occupazionale. Il dato dei disoccupati nella città dello Stretto disegna plasticamente una città dove non ci sono prospettive. Il 32,2% di disoccupazione relega Messina ai primi posti delle classifiche nazionali; basti pensare che il dato della Regione Sicilia si attesta al 14%, mentre quello nazionale è di poco superiore al 6%.
Colpa del sindaco? Anche. Colpa di chi da 8 anni ha solo prodotto tanto fumo offuscando i “danni” prodotti da due amministrazioni che, a un lato, sono state bravissime a risolvere i problemi di bilancio comunale, ma che allo stesso tempo sono state capaci di aumentare i costi con la proliferazione delle Società Partecipate.
A questo si aggiungano le scelte sbagliate sul fronte del commercio per definire uno scenario apocalittico. Per dovere di cronaca, il sindaco ieri era accompagnato dall’assessore ombra, Massimo Finocchiaro, bravo a scattare fotografie del “suo sindaco”, meno a gestire un settore strategico comunale come quello del commercio.
Messina è noto sia una città che vive di terziario, ma le politiche amministrative hanno portato ad una desertificazione del centro e la conseguente chiusura di attività commerciali. E non sorprendiamoci se i dati della disoccupazione sono così elevati.
Il sindaco ieri pomeriggio ha dimostrato di essere disconnesso dalla realtà. Qualcuno gli dia un pizzico, sennò fra qualche anno a Messina, oggi la città dei pensionati, ad essere popolati saranno solo i cimiteri.
Davide Gambale

