Come sono lontani i tempi in cui urlava durante i comizi contro “quelli di prima” accusandoli di alimentare clientele attraverso prebende ed incarichi. E aggiungeva che le Partecipate comunali erano solo “Bancomat della politica”. Poi ha alzato il tiro accusando Renato Schifani di guidare la “Banda bassotti” della politica.
Quel Cateno De Luca, detto Scateno, ormai è solo un lontano ricordo. Diceva che avrebbe chiuso le Società partecipate, invece le ha aumentate. I posti di sottogoverno fanno gola alla politica, e fanno gola soprattutto a Cateno De Luca, dal momento che i componenti dei Cda sono “donatori” di denari a “Sud chiama Nord”.
De Luca è un personaggio “gattopardesco” che incarna quella frase celebre contenuta nell’opera di Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Tancredi, nipote del Principe di Salina, nel contesto del Risorgimento italiano, suggerisce di unirsi ai garibaldini per evitare di perdere potere, ma in realtà lui voleva solo conservare i privilegi dell’aristocrazia con il nuovo regime.
Dal Risorgimento ai giorni nostri nulla è cambiato. Anzi è cambiata la comunicazione politica, agevolata dai Social sui quali Cateno De Luca ha costruito la sua fortuna politica ed anche economica. Lo “Sciamano del Nisi” va plaudito per quello che ha fatto, anche da un punto di vista imprenditoriale con la “Galassia Fenapi” ha messo in piedi un sistema produttivo; adesso c’è anche l’ambizioso progetto di Fiumiliandia, interrotto a suo tempo da un arresto ingiusto, ma che oggi è ripartito alla grande. In programma anche la realizzazione di un resort di gran lusso nella ridente Fiumedinisi.
In mezzo anche l’apertura di una pizzeria di famiglia e tanti altri progetti in itinere.
Il costo sociale dell’ascesa di Cateno De Luca non è comunque quantificabile e ricade sempre e solo sui cittadini che credono nel suo “modus operandi” politico. L’aumento delle Società partecipate ha comportato per la città di Messina un esborso pazzesco di soldi, un presidente guadagna 46mila euro all’anno, 36mila a singolo componente dei CdA (giova ricordare che la legge consentirebbe un solo componente, ma a Messina ne servono tre).
Certo, Cateno De Luca è stato fortunato, la pandemia ha spinto lo Stato a riversare soldi sui Comuni per progetti e iniziative varie. Lui ha saputo cogliere ogni opportunità, in questo è bravissimo, per alimentare il sistema clientelare: incarichi e affidamenti diretti, solo a persone che gravitano nell’ambito della “Galassia-De Luca”.
Oggi è ripresa la campagna elettorale a Messina, capofila del progetto politico di Cateno De Luca, e con essa è scattata la “campagna acquisti”. Ogni annuncio di un nuovo passaggio si accompagna ad un incarico, diretto o indiretto, o la promessa di qualcosa.
Cos’è cambiato rispetto al passato? Nulla. E’ cambiato solo l’attore protagonista della solita politica…
Davide Gambale

