Entro il prossimo febbraio il sindaco Federico Basile dovrà dimettersi affinché Messina entri nella tornata elettorale della prossima primavera. La “dead line” oltre la quale non si potrà andare: 4 mesi e mezzo durante i quali Cateno De Luca si giocherà le carte residuali con gli “amici” del centro-destra. Definirli alleati è un parola che non piace soprattutto ai partiti che governano la Sicilia.
Il marpione De Luca si sta giocando quella che ieri abbiamo definito la “carta della disperazione” al cospetto di un vertiginoso calo di consensi non solo a Messina, dove l’amministrazione Basile sarà ricordata più per i tagli di nastro che di fatti concreti.
A proposito, sotto le ceneri sta covando un diffuso malcontento dei commercianti che nei prossimi giorni sfocerà in qualcosa di clamoroso.
Lo “Sciamano del Nisi” non è tranquillo e lo dimostrano i toni della conferenza stampa di oggi a Palermo, nel corso della quale ha lanciato strali agli amici del governo. Ma la verità è decisamente un’altra: De Luca ha paura del risultato elettorale della prossima primavera quando andranno al voto Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Giardini Naxos. Soprattutto in quest’ultimo Comune non è certo che Sud chiama Nord possa vincere a mani basse, mentre negli altri due Comuni teme un tonfo. E allora per cercare spazio “minaccia” le dimissioni di Federico Basile e quindi il voto a maggio anche a Messina, dove conta di ottenere il successo elettorale. Lo pensa De Luca, i messinesi sono di parere opposto.
Cateno teme che l’onda lunga dell’insuccesso possa metterlo nelle condizioni di presentarsi indebolito alle regionali e nazionali che si terranno nel 2027. Con quel faccia e soprattutto quale forza potrà chiedere un collegio elettorale al centro-destra per Laura Castelli? E soprattutto come potrà chiedere un assessorato per se stesso al futuro governo regionale?
D.G.

