Il risultato elettorale delle regionali di Calabria per “Sud chiama Nord” era ampiamente scontato, ma nessuno si aspettava che la lista del dominus di Fiumedinisi, alleato col Partito animalista, non raggiungesse nemmeno l’1%. Una soglia minima che potesse giustificare le “trasferte” in terra calabra di Cateno De Luca e della sua “ciurma”, guidata dall’ex viceministro pentastellata Laura Castelli. Un abominio della politica che ha trovato riparo e anche qualche incarico lautamente retribuito dai messinesi, in quel di Fiumedinisi.
Ma torniamo alle regionali calabresi dove Occhiuto anche senza l’aiutino di Cateno De Luca avrebbe vinto a mani basse, tenuto conto che la lista “Sud chiama Nord” ha ottenuto lo 0,18% collocandosi all’ultimo posto. Ovviamente De Luca non ha ottenuto nemmeno un seggio, così come nelle Marche dove il candidato di “ScN” ha totalizzato meno di 50 voti.
Cateno De Luca ha sempre giocato con i numeri, ma questa volta c’è poco da giocare perché la realtà dice che quando lo “Sciamano del Nisi” varca lo Stretto di Messina, prende solo sberle.
E non è detto che nel territorio di competenza le cose andranno bene a vita: comincia a registrarsi un preoccupante – per De Luca – malcontento che cova sotto le ceneri aspettando le elezioni del 2027 quando si tornerà a votare per politiche, regionali e amministrative. Sarà insomma un bel banco di prova per Cateno che ha deciso di allearsi con quella che un tempo chiamava con spregio la “Banda Bassotti”.
Dopo le Regionali in Sicilia del 2022, per il movimento deluchiano le prove dell’urna sono state solo amare, a partire dalle europee, passando per le suppletive in Brianza e quindi le regionali di Marche e Calabria.
Adesso c’è da chiedersi quale giovamento potrà trarre il centro-destra da un’alleanza con un partito che vale solo lo zero virgola?
Davide Gambale

