Può un sindaco con la sua giunta municipale disporre un “prestito ponte” in favore di un Ente terzo a partecipazione mista (pubblico-privata), di cui lo stesso sindaco è socio privato?
Cateno De Luca, primo cittadino di Taormina, dovrà fornire una risposta convincente a questo interrogativo amletico, senza perdersi in giri di parole. Dovrà dare risposta soprattutto ai cittadini taorminesi, i quali si sono visti “scippare” (in senso metaforico), di oltre un milione di euro per andare in soccorso del Gal Taormina Peloritani.
Il Gal Taormina Peloritani
Da un anno a questa parte il leader di Sud chiama Nord ha ripreso il controllo del Gal Taormina Peloritani (Gruppo di azione locale), una consortile mista di cui sono soci ben 29 Comuni del Messinese, oltre ai numerosi privati – fra cui la Dionisio Srl, società amministrata da Cateno De Luca, come risulta dalla visura della Camera di Commercio di Roma – oltre ad una miriade di associazioni di volontariato di riferimento della cosiddetta “Galassia-De Luca”, che fungono da partner, poi ci sono anche Enti come l’Università di Messina, l’Università telematica UniPegaso, Cnr ed altri.
Il Gal si occupa prevalentemente della promozione del territorio attraverso varie iniziative. La consortile si regge economicamente sulle gambe delle risorse pubbliche derivanti per lo più dalle linee di finanziamento Europee. Soldi che transitano attraverso la Regione Sicilia (Assessorato agricoltura e foreste), la quale attende la rendicontazione (termine ultimo 31/12/25), per disporre un finanziamento milionario per le iniziative di promozione del territorio realizzate la scorsa estate nei Comuni che fanno parte del Gal. Da quando De Luca ha ripreso il controllo politico della consortile come prima cosa ha spostato la sede di rappresentanza da Santa Teresa a Fiumedinisi, diventato ormai l’ombelico del mondo; mentre sono state apportate la scorsa primavera importanti modifiche allo Statuto.
Il “prestito ponte” di Taormina
Il Gal Taormina Peloritani non avendo risorse in cassa, per poter rendicontare alla Regione e quindi ottenere il finanziamento, ha dovuto ricorrere ad un “prestito ponte”, che ha puntualmente ottenuto dal Comune di Taormina (socio del Gal con una percentuale pari a 1,92), per un importo complessivo di € 1.080.131,09 accordato dal Comune di Taormina con deliberazione di GM n.188/2023. Con questi soldi liquidati in due tranche, il Gal ha potuto provvedere alla liquidazione delle spese al fine di consentire il completamento delle attività previste nel Piano di Azione Locale. E quindi la consortile – come peraltro affermato recentemente da De Luca in conferenza stampa a Palermo – potrà procedere alla rendicontazione alla Regione.
Lo scivolone di Cateno
Benché il sindaco di Taormina fosse socio del Gal, con molta probabilità nelle duplice veste di amministratore pubblico e imprenditore interessato, all’atto della votazione della delibera di Comune dello Ionio, non s’è astenuto dalla votazione con la quale la giunta ha deciso di prestare i soldi alla consortile. La prassi vorrebbe che un amministratore “interessato” si astenesse dalla votazione, ma in questo caso De Luca ingenuamente – non è da lui – ha votato per deliberare il prestito in favore del Gal e quindi di se stesso. Sull’argomento ci sono già gli esposti pronti non solo a Taormina.
Si apre un nuovo fronte giudiziario?
Lo “scivolone” di Cateno De Luca potrebbe – il condizionale è d’obbligo – aprire un nuovo fronte giudiziario. Non sta a noi dire se si tratti di una condotta contraria alla legge, ma da un punto di vista etico è certamente una scorretta perché dietro quel “prestito ponte” si palesa un colossale conflitto d’interessi.
Intanto, al Palazzo di Giustizia i magistrati stanno già lavorando su un altro fronte che riguarda il caso delle donazioni volontarie a Sud chiama Nord da parte di amministratori, imprenditori e amici del leader politico di Fiumedinisi.
Davide Gambale

