La domanda se la stanno ponendo in tanti. La risposta rimane aperta, anche perché a 24 ore dalla dichiarazione del fallimento dell’ACR Messina ancora nessuno si è fatto avanti per tentare di “salvare” un titolo sportivo cui la tifoseria è profondamente legata, nonostante i “bocconi amari” inghiottiti con la gestione della famiglia Sciotto.

Serve uno scatto in avanti degli imprenditori messinesi, magari supportati da un’amministrazione comunale che adesso è scevra da alibi. Il calcio è un fenomeno sociale del quale la politica non può non tenerne conto. Si attende un’uscita prorompente del sindaco Federico Basile, il quale ha il dovere di tentare l’impossibile, ma non a chiacchiere, per regalare un po’ di serenità ad una piazza mortificata negli ultimi vent’anni.

C’è sconforto fra i tifosi, quelli veri, i quali si pongono un solo interrogativo, ovvero chi si farà avanti per tentare di risollevare le sorti del calcio cittadino?

Vogliamo escludere che Giuseppe Peditto, patron della Doadi Srls di Sinagra, si tenga lontano dal Messina, anche perché per il Tribunale di Messina la sua presenza ha accelerato il processo di liquidazione. Non avrebbe fornito le dovute garanzie. L’ennesimo errore di Sciotto, il quale si è fatto ancora una volta male da solo affidando la gestione sportiva a Peditto&C., e promettendo la vendita della società.

Adesso è tutto finito, si può riscrivere un nuovo capitolo ma è necessario che qualcuno si faccia avanti, sennò è la fine del calcio a Messina.