La notizia è esplosa ieri pomeriggio, prima sui Social con qualche indiscrezione, poi sui giornali. Palazzo Zanca, attraverso l’assessore allo Sport, Massimo Finocchiaro, ha fatto sapere all’ACR Messina che non è sua intenzione concedere l’uso del San Filippo se prima non viene saldato il debito pregresso.
Una notizia che ha subito scatenato un vespaio di polemiche e soprattutto l’ira dei tifosi giallorossi, continuamente maltrattati da un’amministrazione comunale che pensa solo ai concerti mentre trascura la principale squadra di calcio cittadina.
La gestione dell’impianto di gioco per fini sportivi, guarda caso, è stata sempre costellata da problemi, come le tristissime figure della continua mancanza di acqua calda per il malfunzionamento della caldaia.
Gli ultimi anni sono stati un vero disastro, non è chiaro se per disattenzione o per altri motivi che non osiamo immaginare. Fatto sta che il Comune non ha certamente agevolato l’ACR Messina.
E torniamo alla notizia di ieri. Dopo che per anni con la presidenza Sciotto, Palazzo Zanca, ha colpevolmente chiuso più di un occhio sul pagamento del canone d’affitto, accumulando un debito consistente, ecco arrivare ieri l’aut-aut del Comune. “Pagare moneta, vedere cammello”: sarebbe stato questo il senso della posizione di Palazzo Zanca.
A parte il fatto che lo stadio non è proprietà privata del sindaco Basile o di chi lo rappresenta nella mala gestio del San Filippo (leggasi assessore Finocchiaro), il Comune dovrebbe essere a conoscenza del fatto che la sezione fallimentare del Tribunale di Messina ha aperto una procedura nei confronti dell’ACR. Non ci vuole una laurea in giurisprudenza per sapere che la procedura pre-fallimentare di fatto congela le posizioni debitorie pregresse aperte, fino a quando non viene “bollato” il piano di piano di ristrutturazione aziendale.
In parole povere – lo spieghiamo a chi ignora i fatti e vogliamo auguraci si tratti solo di ignoranza – se il Comune nega l’uso dello stadio compie un colossale abuso con la conseguenza che impedirebbe la continuità aziendale facendo di fatto fallire la società.
Infine, particolare di non poco conto, negare lo stadio alla squadra di calcio sarebbe un grave torto commesso ai cittadini messinesi (tifosi e non), che sono i veri proprietari del San Filippo.
D.G.

