Il caso è stato sollevato dal consigliere comunale della Lega, Cosimo Oteri. Al centro delle polemiche il Comprensivo “Mazzini-Gallo” di Messina, dove la dirigente scolastica – a suo dire – avrebbe imposto agli studenti di indossare la divisa scolastica. Non si tratta dell’unico caso a Messina, dove in molte scuole viene imposta la divisa.
Una divisa che evoca le uniformi del Ventennio fascista, quando i “ragazzi” avevo l’obbligo di indossare le “uniformi” al fine di educare e irreggimentare le “nuove leve” all’ideologia fascista.
Certo, non è il caso della “Mazzini-Gallo”, ma è chiaro che il sistema scolastico italiano stia andando verso una pericolosa deriva dettata dall’autoritarismo di alcuni dirigenti scolastici.
Imporre l’uso della divisa non crea solo discriminazioni di carattere sociale, come giustamente evidenziato dal consigliere comunale di Messina, ma è un modo per “imporre” allo studente qualcosa che esula dal servizio che la scuola pubblica dell’obbligo, deve fornire alle “future generazioni”.
Si parla tanto di inclusione, le parole di dirigenti e docenti sono infarcite con questo termine, ma alla fine si portano avanti politiche scolastiche esclusive, riservate solo a chi può permettersele. La scuola pubblica – questo lo devono ben comprendere i dirigenti scolastici, alcuni dei quali oggi alla ricerca solo di visibilità sui giornali, è pubblica non privata.
Il tema della divisa scolastica (il costo ricade solo sulle famiglie), si intreccia con quei progetti a pagamento che l’istituzione scolastica spesso “propone” a chi dovrebbe ricevere un servizio a titolo gratuito. Si è persa forse di vista la vera “mission” della scuola ovvero quella di formare gli alunni, renderli consapevoli e competenti, al fine di valorizzare il loro potenziale, favorendo l’inclusione e il benessere personale e sociale.
Pertanto, sarebbe il caso che sull’argomento intervenisse il Provveditore di Messina per “frenare” le spinte autonomistiche di alcune scuole… E soprattutto si torni al “vecchio” grembiule, magari di colore blu.

