“Galassia-De Luca”: un sistema autorigenerante

Redazione

“Galassia-De Luca”: un sistema autorigenerante

lunedì 28 Luglio 2025 - 12:02

Per spiegare come funzioni il sistema autorigenerante della “Galassia De Luca”, partiamo dal concetto di politica. L’etimologia della parola greca “politikḗ” indica l’arte del governare: Cateno De Luca, bisogna dargliene atto, è un amministratore molto abile. Capace di guidare con successo i Comuni nei quali è stato eletto sindaco a partire da Fiumedinisi, passando per Santa Teresa di Riva e Messina, mentre oggi guida il Comune di Taormina.

Il cliché amministrativo

Il cliché amministrativo è sempre lo stesso, risanamento strillato dei bilanci, lotta agli evasori dei tributi locali, rivoluzione del servizio di nettezza urbana e continui-show. Multe salate a qualche trasgressore col chiaro intento di colpirne uno per educarne cento.

Poi è abilissimo nell’intercettare finanziamenti comunitari e portare “risorse” da spendere col sistema del frazionamento degli appalti e procedere ad affidamenti diretti sotto soglia. Con De Luca sindaco i Comuni hanno rivisto nuova luce, pulizia e ordine: ogni soldo speso è stato accompagnato da annunci teatrali e ripetuti tagli di nastro. Impossibile, tuttavia, rintracciare opere di “valore”. A Messina, solo il Risanamento è ascrivibile allo “Sciamano del Nisi” anche se bisogna riconoscere che l’artefice di tutto è stato l’avvocato Marcello Scurria, estensore del disegno di legge regionale sul Risanamento di Messina, presentato poi da un “astuto” Cateno De Luca. L’Arismè è stata sempre una intuizione di Scurria.

Come dice l’ex ingegnere capo del Genio civile di Messina, Gaetano Sciacca, a Messina non esiste da otto anni a questa parte una sola opera pubblica che porti la firma di De Luca o del suo successore Basile. Come dargli torto. Il problema dell’acqua c’era e continua ad esserci, la viabilità è un caos, il servizio di raccolta dei rifiuti non funziona a dovere, mentre bisogna riconoscere che il servizio di trasporto pubblico è migliorato ma c’è da chiedersi a quale prezzo?

Le piroette politiche di Cateno De Luca

Cateno De Luca prima di allestire un’autentica galassia politico-amministrativa ha fatto tante di quelle piroette passando dalla Dc, al Movimento per le Autonomie di Lombardo, poi ha abbracciato il progetto di Casini con l’Udc, tali da classificarlo fra i campioni del mondo di “salto della quaglia”.

Eletto quattro volte all’Ars, di lui si ricorda l’esibizione in mutande in segno di protesta contro l’allora presidente dell’Ars. Ma proprio a Palermo, lo “Sciamano del Nisi” comprende che è meglio smarcarsi dai partiti e fondarne uno proprio. Con “Sicilia Vera” si candida alla guida della Regione nel 2013 (vinse Crocetta). con un risultato da “uno virgola”. Il claim della sua campagna elettorale “U chiù puliti avi a rugna” (Il più pulito ha la rogna), fece molto discutere per la rudezza con la quale si proponeva in alternativa alla vecchia politica, definita a posteriori “Banda bassotti”, la stessa con la quale oggi ha stretto un accordo politico. Successivamente, dopo la batosta del 2013 riabbraccia i partiti politici per un’alleanza che gli consentirà di essere eletto nel 2018, poi si dimette per lasciare il posto al suo delfino, Danilo Lo Giudice. Politico di professione con un passato da “pr” nei locali dello Jonio.

La genesi della “Galassia-De Luca”

La “galassia-De Luca”comincia a prendere forma proprio nel 2018, quando Cateno viene sorprendetemente eletto sindaco di Messina, dopo avere lasciato la poltrona di Santa Teresa di Riva guarda caso a Danilo Lo Giudice.

L’elezione a sindaco di Messina è stata costruita con una campagna elettorale feroce, durante la quale De Luca ha messo a nudo le clientele della politica, l’inutilità delle Partecipate comunali, definiti “bancomat della politica”. Prometteva di eliminarle, invece una volta eletto le ha aumentate (la stessa cos asta facendo a Taormina).

I posti di sottogoverno avrebbero solo rappresentato un modo legittimo di finanziare il suo partito. Lo statuto di “Sicilia Vera” prevede infatti che gli amministratori (eletti o nominati) debbano versare una quota mensile degli emolumenti percepiti nella misura del 15%. Le nomine ovviamente vengono formalizzate dopo l’adesione al Partito e quindi la sottoscrizione di una sorta di contratto. Tutti versano mensilmente silenziosamente. Il “sistema autorigenerante” è proprio questo, alimentato anche dalle donazioni di imprenditori “amici”, assegnatari di appalti pubblici sotto soglia con il sistema (legittimo, sia chiaro), del confronto dei preventivi sul MEPA. Non tutti sia chiaro, ma il più delle volte il sistema adottato è quello degli inviti a partecipare. Non tutte ditte invitate presentano le offerte, vengono confrontati i preventivi e il gioco è fatto.

La forza sono i Comuni amministrati dagli amici

Oltre alle amministrazioni comunali gestite in via diretta dai colonnelli di De Luca – come Messina, Santa Teresa di Riva, Roccalumera, Alì, Taormina e Santa Lucia de Mela – ci sono le Partecipate comunali ed Enti di riferimento. Uno di questo sui quali stiamo approfondendo e su cui dedicheremo un approfondimento riguarda la società consortile “Gal Taormina-Peloritani”, destinatari di massicci finanziamenti pubblici, di cui De Luca è anche socio con la Dioniso Srl, assieme all’assessore Francesco Caminiti, titolare di un’altra ditta nel settore energetico mentre l’assessore Massimiliano Minutoli è partner con un’associazione. La “galassia-De Luca” comprende anche la FENAPI con tutte le sue articolazioni provinciali e regionali. Enti finanziati dallo Stato che partecipano con laute dazioni di denaro al sostentamento dei partiti di riferimento “Sicilia Vera” e “Sud chiama Nord”.

Tutto in regola, ma i soldi donati sono la benzina dell’attività politica di De Luca. (continua)

Davide Gambale

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