Quello che sta venendo fuori dall’inchiesta sulla presunta corruzione commessa dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, sarebbe solo il prologo di un ciclone giudiziario che si sta abbattendo su Fratelli d’Italia in Sicilia.
Se inizialmente l’occhio dell’uragano era concentrato solo sulla Sicilia, adesso pare si stia spostando in altre sedi, quelle Romane. Le indiscrezioni pubblicate da alcuni giornali nazionali – vedi Il Fatto, Il Domani e Repubblica – pongono benché non indagato al centro delle conversazioni intercettate il deputato Manlio Messina, già assessore regionale al Turismo.
Con lui – benchè il nome sia omissato – il presidente Galvagno avrebbe ripetutamente interloquito per la gestione delle “mancette”, ma non solo. C’è anche un omissis “pesante” nelle informative della Guardia di Finanza che porta alla seconda carica dello Stato, ovvero a Ignazio La Russa. Tirato spesso in ballo dalla De Capitani, l’ormai ex portavoce di Galvagno.
La stessa avrebbe anche tentato di intraprendere affari con gli Emirati Arabi, e per questo avrebbe chiesto la sponda di Matto Renzi, attraverso il suo delfino siciliano, Davide Faraone. Il leader di Italia Viva dice comunque di non avere avuto nessun approccio con la De Capitani.
Sullo sfondo c’è l’assessora al Turismo, Elvira Amata, che tiene ben salda la sua poltrona ma da Roma giungono cattive notizie. I probiviri di FdI nei prossimi giorni potrebbero notificarle la rimozione dalla carica.
Insomma, Fratelli d’Italia è sulla graticola e c’è da prevedere che più giorni passano e più aumenta la tensione politica.