Il Presidente del Consiglio porta su di sè fardelli che ostacolano la sua marcia e la sua azione politica. Il peso che è costretta a portare sulle spalle può essere causa d’inciampo e di fratture patologiche cause di una lunga convalescenza.
Da Presidente di FdI avrebbe dovuto vigilare sulla sua classe dirigente invece di concedere fiducia illimitata e distribuire incarichi e prebende a personaggi non adeguati.Impettiti come galli cedroni, questi hanno interpretato il ruolo come dei Vicerè. Si! Ci riferiamo alla Sicilia luogo dove i Vicerè hanno sostituito l’imperatore. La cronaca di questi giorni riferita al Presidente dell’Ars e all’Assessore al turismo, fotografa una realtà da basso impero simile a quella che la Spagna subí dopo i due secoli d’oro (1462 -1659). Deve sperare Giorgia Meloni che l’incompetenza e la stupidità di questi pseudo Vicerè siciliani non producano gli effetti nefasti che la sconfitta della Invincibile Armada procurò all’impero spagnolo. Il consenso, come è dimostrato è labile e per nulla stabile, mantenerlo richiede doti da vera leader.
Purtroppo i fatti oggetto di cronaca hanno fatto perdere credibilità al partito della premier e, se le vicende oggetto di inchieste giudiziarie nulla hanno a che vedere direttamente con la Meloni, da capo partito ella ne porta la responsabilità morale. Ciò che non riesce alla cosiddetta opposizione può essere realizzato da questi personaggetti, che Leonardo Sciascia ha catalogato fra gli “ominicchi”. Costoro non solo hanno dimostrato arroganza, hanno manifestato pure insipienza nella scelta dei collaboratori (capogabinetti, portavoce e segretari) assurti anch’essi a ruolo di Vicerè. Uomini o donne di potere si nasce, non è sufficiente un listino per trasformare modestissimi portaborse in politici.
È strano che una personalità di sostanza come Giorgia Meloni non abbia tenuto in conto codesta semplicissima riflessione.
Diego Celi