Confconsumatori – Federazione Provinciale di Messina, nella persona del Vicepresidente Avv. Carmelina Natalia Cilla, in vista dell’audizione regionale presso l’assessorato alla Salute del prossimo 16 luglio, stante il rischio imminente di chiusura del Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina (ME), struttura sanitaria d’eccellenza, imprescindibile per la tutela della salute dei bambini siciliani e non solo, ribadisce il proprio intervento a sostegno della collettività.
Le famiglie dei piccoli pazienti, con dignità e fermezza, reclamano certezze immediate e definitive. Non sono più accettabili promesse vaghe o proroghe temporanee che, lungi dal risolvere la questione, lasciano le famiglie e i malati nella costante incertezza, mortificando il diritto fondamentale alla salute e alla cura. Ogni ulteriore rinvio produce, infatti, gravi conseguenze sul piano emotivo, organizzativo e sanitario, compromettendo la serenità e la vita stessa dei pazienti più fragili.
Per tali motivi, Confconsumatori – Federazione Provinciale di Messina ha inviato al Ministero della Salute nonché alla Regione Sicilia ed all’ASP di Messina una nota con cui ribadisce che non è più sufficiente una semplice proroga, bensì occorre una conferma definitiva e formalizzata del mantenimento del reparto, chiedendo un tempestivo intervento delle Istituzioni in indirizzo volto a:
- Fornire impegni formali, concreti e vincolanti per il mantenimento del reparto di cardiochirurgia pediatrica a Taormina;
- Garantire certezze sui tempi e sulle modalità con cui sarà assicurata la continuità delle attività senza alcuna interruzione,
- Assicurare totale trasparenza circa ogni decisione che incida sul funzionamento e sull’esistenza stessa del presidio sanitario.
L’Avv. Cilla di Confconsumatori Messina ricorda che l’eventuale chiusura del reparto configurerebbe un danno grave e irreversibile al diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, generando inaccettabili disparità di accesso alle cure e costringendo i bambini a trasferimenti fuori regione, con rischi clinici e oneri economici insostenibili per le famiglie. Confconsumatori annuncia battaglia nel caso di mancato riscontro alle richieste ormai trasmesse da mesi alle Istituzioni competenti.