La conferenza convocata d’urgenza da Cateno De Luca con i maggiorenti del partito (compreso Uomo 56) – l’alias indicato nelle intercettazioni della Procura di Palermo – servirà quasi certamente per respingere un altro fronte caldissimo. Il nome di “Sud chiama Nord” è ricorrente nelle conversazioni fra il presidente dell’Ars Galvagno e Uomo 56 al fine di “negoziare” le mancette contenute nel maxi emenamento alla legge di Stabilità regionale 2025/2027, approvato sul finire dello scorso anno.
Il partito di De Luca che da poco era approdato nel porto sicuro della maggioranza, attraverso FdI, è passato all’incasso per portare quanti più denari attraverso le cosiddette “mancette” di fine anno. Finanziamenti regionali che finiscono nelle casse dei sindaci amici, i quali poi li utilizzano per fini istituzionali con ricadute politiche. Un modo consolidato per alimentare le clientele.
La Procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, sta spulciando le carte (l’altro ieri i militari delle Fiamme Gialle sono piombate all’Ars), e questo significa che a breve potrebbe aprirsi un altro filone di una indagine che è destinata a travolgere la politica regionale.
In coda a questo articolo troverete tutte le “mancette” approvate dall’Ars lo scorso 28 dicembre, così è possibile avere un quadro d’insieme di come Sud chiama Nord sia entrato a pieno titolo, in maniera irruenta, nel meccanismo della politica regionale.
La scorsa settimana abbiamo anticipato il maxi finanziamento da 900mila euro destinato a Fiumedinisi per le spese di funzionamento della Riserva di Fiumedinisi e Monte Scuderi. Una riserva naturale, ma che sa tanto di riserva di “caccia politica”. Uomo 56, colui il quale ha condotto le trattative con Galvagno, è andato oltre il dovuto, tant’è che il partito di De Luca ha presentato ben 140 emendamenti – con una media di 100mila euro –, che fanno 14 mln di euro. Una miniera di soldi che – se mai arriveranno ai sindaci amici di Cateno –, rappresentano una vera fortuna elettorale.
La Procura di Palermo sta andando a fondo di quello che si prefigura essere un “mercato delle vacche”, dove l’Ars non lascia a bocca asciutta nemmeno le opposizioni (compreso il gruppo Misto).
Livesicilia.it, in un articolo a firma di Antonio Condorelli, pubblica qualche stralcio delle intercettazioni aventi ad oggetto proprio “Sud chiama Nord”.

“Abbiamo – dice a Galvagno il collaboratore Alberto Fusco (non è indagato, ndr) – una prima tranche di 3 e 4 (3.400.000 euro, ndr) al netto di quelle che sono le dotazioni aggiuntive, sulla dotazione iniziale sono fuori già dilli… quasi il 50% della dotazione”.
Davanti a queste cifre il presidente dell’Ars chiede a chi si riferissero. “Sud chiama Nord”, risponde il dipendente, che aggiunge: “140 emendamenti hanno portato, tutti parcellizzati a 100 a 100, a 50, ha fatto tutta la provincia di Messina”.
E Galvagno tira le somme: “Ma 140 emendamenti a 100.00 euro sono 14 milioni di euro, non può essere”. Tra queste cifre, i finanzieri annotano “Uomo 56”, uno degli esponenti politici omissati.
E Fusco: “50 e 100, 50 e 100, abbiamo ad ora 6 milioni di emendamenti, quasi 6 milioni di spesa”.
Galvagno media con le richieste di Sud chiama Nord: “No, vabbè, devono rimanere… intanto caricaglieli, ci sei?…però consiglio che do io, scriviamo nel maxiemendamento che dobbiamo distribuire, non li scriviamo tutti di fila quelli di Uomo 56, perché sennò sono facilmente individuabili”.
E il collaboratore assicura: “No, siccome andranno poi nei fondi per ogni singolo dipartimento o Assessorato, non si vedranno più di chi sono”.
Il presidente dell’Ars è soddisfatto: “Va beh, importante che noi ragazzi non sbagliamo perché abbiamo la responsabilità di una manovra tutta nostra, cioè non c’è Uomo 8, non c’è Uomo 72, è a trazione nostra 100%”.
Ecco le mancette distribuite con il maxi emendamento alla legge di Stabilità della Regione Sicilia 2025/2027.
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