L’ostinazione con cui Forza Italia promuove da mesi lo ius scholae lascia allibiti. L’argomento non è incluso nel programma di governo, nè il mantra caro al mainstream della sinistra è mai appartenuto al partito di Silvio Berlusconi.
Non risulta, infatti, negli atti parlamentari dal 1992 fino ad oggi tale richiesta da parte degli azzurri. Cosa è successo? Quale metamorfosi sta interessando il partito? Pensare che i diritti civili siano diventati la nuova stella polare di questo movimento risulta difficile, perchè razionalmente sarebbe da stupidi confondersi con la Boldrini e la Salis e, ancora meno produttivo mettersi sulla scia degli pseudo buonisti da salotto piddini. Esiste, pertanto, una sola spiegazione utile per comprendere il motivo di questa svolta evangelica: raccattare qualche voto in più!Ma se lo scopo è questo, il risultato sarà misero per due considerazioni: l’elettorato moderato non considera lo ius scholae una proposta opportuna; il Paese ha bocciato il referendum proposto dal campo largo e da Landini.Quella percentuale di votanti che si riconosce ancora nei valori e nella visione di Silvio Berlusconi ritiene che Tajani e & debbano lottare: a) per riformare la giustizia e disinnescare il potere che la magistratura ha acquisito sulla carne e sul sangue dei cittadini; b) ascoltare le istanze degli elettori che chiedono lavoro e sicurezza; c) ridare dignità alla scuola; d) garantire una sanità dignitosa per tutti.Gli atteggiamenti populistici e da centri sociali non appartengono agli azzurri e fanno rivoltare nella tomba colui che lottò contro l’orda barbarica giustizialista sostenuta da quel partito (il PD) che negò a Craxi il diritto di vivere per una falsa superiorità morale basata sulle menzogne.
Appare pertanto singolare avere negato a Craxi il diritto alla salute e al contempo sventolare la bandiera dell’ecumenismo verso gli immigrati.
Diego Celi