Quella che si apre domani è la giornata della resa dei conti politica. A Palermo il clima  torrido: Renato Schifani ha notificato agli alleati di Fratelli d’Italia che Elvira Amata – indagata con la pesante accusa di corruzione –, deve lasciare libera la poltrona di assessore al Turismo.

Il governatore attende non oltre metà settimana il nome nuovo per la guida dell’importante assessorato, caso contrario procederà alla nomina di un “tecnico indipendente”.

Tradotto in politichese, potrebbe trattarsi dell’apertura di una crisi di governo. Se Schifani farà di testa sua è lecito attendersi una risposta di FdI.

Il partito di Giorgia Meloni ha ufficialmente aperto il “dossier Sicilia” non solo per Elvira Amata ma anche per il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Quello che sta emergendo dall’inchiesta non conduce il politico catanese verso porti tranquilli. I maggiorenti nazionali di FdI hanno chiesto le carte per fare una valutazione accurata e pare che stiano iniziando a storcere i musi. Da via della Scrofa, a Roma, non trapela nulla di buono.

Il caso-Amata è certamente quello più spinoso, dal momento che la messinese non intende mollare quell’assessorato, autentica miniera di “pepite d’oro”: soldi a volontà e “mancette” hanno permesso alla Amata di fare aumentare i suoi consensi. L’asse Messina-Catania, passando per Fiumedinisi, sta mettendo in discussione politica FdI in Sicilia. Già Fiumedinisi, dove sta nascendo Fiumilandia anche con i fondi regionali – domani ne parleremo diffusamente –, il paese che ha dato i natali a Cateno De Luca e che oggi ha stretto un patto di ferro con Galvagno.

Via Amata, intanto, secondo Schifani mentre per Galvagno il problema è di tutta la coalizione visto che è il presidente dell’Ars: il governatore non vuole tenersi in pancia una zavorra pesantissima che potrebbe trasformarsi in un detonatore man mano che l’inchiesta della Procura di Palermo sta andando avanti.

Davide Gambale