All’orizzonte si stagliano due orizzonti: uno giudiziario, l’altro politico. L’assessore Elvira Amata (pupilla di Giorgia Meloni) è formalmente indagata con la pesante accusa di corruzione dalla Procura di Palermo che sta indagando sul “sistema” dei finanziamenti ad Enti e Fondazioni di diritto privato. L’ipotesi di accusa è di quelle trancianti per un politico che gestisce denaro pubblico: è sospettata di avere chiesto e ottenuto l’assunzione del nipote in una società di riferimento di lady Dragotto, l’ormai nota Marcella Cannariato, vice presidente di una Fondazione che ha ricevuto finanziamenti pubblici in cambio di dazioni di denaro ed altro: stando alle ipotesi di accusa filtrate in questi giorni torridi.
L’orizzonte giudiziario
Da un punto di vista giudiziario (ricordiamo siamo nella fase delle indagini e per l’indagato vale il principio della presunzione d’innocenza), uno dei rischi per può correre l’indagato riguarda l’applicazione di una misura cautelare a conclusione delle indagini. Uno dei motivi alla base dell’applicazione della misura c’è la reiterazione del reato. Pertanto chi è indagato e continua a ricoprire un ruolo istituzionale è letteralmente “incagliato”. C’è poi un aspetto non secondario: la Amata sa di essere indagata e questo la induce alla massima prudenza che talvolta diventa eccessiva. Comprensibile, ma a quale “prezzo”?
La Spada di Damocle che pende sulla testa dell’assessore regionale potrebbe fungere da ostacolo o deterrente al suo lavoro. Anche l’acquisto di una “caramella” potrebbe essere condizionato dall’indagine, seppure non costituisca ipotesi di reato.
Il piano politico
L’orizzonte politico è quello che maggiormente “inquieta” l’assessora regionale al Turismo. Come riferito in altro articolo, il governatore Renato Schifani è risentito perché la Amata ha omesso di riferire dell’indagine a suo carico. Se da un lato c’è un comprensibile e dovuto garantismo da parte di Schifani, dall’altro c’è una mancanza di fiducia derivante dal comportamento omissivo. Questa potrebbe essere una causa per la quale Schifani presto potrebbe chiedere all’alleato Fratelli d’Italia la rimozione di Elvira Amata

